Prima di andare dal medico, gli italiani si affidano alle cure della televisione. Il 70% dei nostri connazionali segue infatti i consigli dei programmi del piccolo schermo per cercare come migliorare la propria salute e il proprio stile di vita. Aumentano anche coloro che ricorrono a quello che ormai viene comunemente chiamato Dottor Google, ovvero alla consultazione sui motori di ricerca in internet. I dati sono stati rivelati da uno studio voluto dall’associazione Donne e Qualità della Vita, coordinato da Serenella Salomoni e condotto su un campione di 750 persone tra i 18 e i 75 anni.
Nonostante il dominio in molti aspetti della nostra vita dei social network quindi la televisione resiste al primo posto come il principale e più autorevole canale informativo, preferita dal campione soprattutto per la facilità di ritrovare contenuti medici – sono numerosissime le rubriche a tema – e per il fatto di raggiungere qualsiasi luogo.
Il web però incalza il piccolo schermo. Già più della metà degli intervistati – il 56% – naviga in Rete per la tanto vituperata diagnosi-fai-da-te, ma anche per trovare proposte e risposte a specifici problemi di salute. Chi sceglie internet nel 42% dei casi consulta blog, enciclopedie mediche on line e forum, mentre il 37% si affida semplicemente a un motore di ricerca qualsiasi dove fa, appunta, fa ricerche digitando il nome della malattia, del principio attivo o del farmaco. Il 18% invece fa uso di applicazioni mediche che scarica sul proprio smartphone. Qui c’è il rischio di ammalarsi di “cybercondria”, la versione 2.0 dell’ipocondria. Niente di avvincente o affascinante: il rischio è di preoccuparsi per nulla, facendosi del male più che del bene. È quanto dimostra una ricerca condotta dall’italiano Guido Zuccon, ingegnere informatico del Politecnico del Queensland in Australia, in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche australiano (CSIRO) e l’Università di Vienna. I risultati sono stati presentati in Austria in occasione della European Conference on Information Retrieval.
Medaglia di bronzo per la carta stampata, scelta dal 53% del campione. Il 23% degli italiani l’anno scorso ha anche sottoscritto un abbonamento annuale a un mensile specializzato. E ancora, il 33% degli italiani sintonizza la radio, a casa, al lavoro o in macchina.
Francesco Bianco
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