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Chi è lo psicologo forense

In Italia è cresciuta la richiesta di valutazioni psicologiche nei casi giudiziari. Tutela dei minori e danno alla persona sono i casi più frequenti

Presso la Corte d’Appello di Palermo l’8 maggio ci sarà il convegno dal titolo “Buone prassi in psicologia forense. Linee guida per lo psicologo giuridico in ambito civile e penale”. All’evento parteciperanno magistrati, avvocati, medici legali e presidenti di sezione. Per conoscere da vicino la figura dello psicologo giuridico-forense, abbiamo incontrato Maria Cristina Passanante, psicologa, specialista in Psicologia Giuridica e delle Assicurazioni-Perfezionata in Psicodiagnostica Forense e Referente Unica per la Regione Sicilia dell’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica-AIPG.

Si sente parlare sempre più spesso della figura dello psicologo giuridico forense. Di che cosa si occupa e qual è il suo ambito professionale?

Gruppo San Donato

Lo specialista in psicologia giuridica e forense è una figura professionale che ha approfondito gli aspetti della psicologia riguardanti la pratica giuridica e forense, inoltre possiede le tecniche adatte per una corretta individuazione del fenomeno patologico sul quale intervenire. Le sue competenze e conoscenze sono sia di carattere psicologico sia giuridico e opera nelle aree della tutela dei minori, delle relazioni familiari e degli interventi clinici con le vittime e gli autori di reato. Negli ultimi quindici anni, in Italia, abbiamo assistito alla crescente richiesta di prestazioni psicologiche provenienti dal mondo giudiziario e che vede coinvolto un numero sempre maggiore di psicologi. Nonostante la crisi economica che ha colpito anche il nostro settore, quello della giuridica è un ambito in cui si riesce ancora a lavorare discretamente bene, ma ciò ha comportato molta improvvisazione da parte di colleghi, soprattutto i più giovani.

Perché delle Linee Guida Deontologiche specifiche per la figura dello Psicologo Giuridico-Forense?

La stesura delle linee guida è nata dalla necessità di orientare la comunità professionale in merito a comportamenti etici condivisi e buona prassi in materia, allo scopo di poterle poi diffondere presso la committenza pubblica e privata. Fino al 1999 non esisteva un protocollo deontologico in psicologia giuridica che regolamentasse in maniera specifica questa figura. In seguito, ad opera dell’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica-AIPG, sono state elaborate e aggiornate nel 2009 le LINEE GUIDA PER LO PSICOLOGO GIURIDICO IN AMBITO CIVILE E PENALE, unico protocollo deontologico di tipo generale in psicologia giuridica presente a livello nazionale, che illustrano i comportamenti dei consulenti, per aiutarli nello svolgimento delle consulenze in tutte le situazioni di carattere conflittuale per cui è stato previsto un procedimento giudiziario. Importante dire che tali linee guida non sono sostitutive del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani in quanto ogni psicologo è tenuto ad osservarne le norme a prescindere dal proprio campo specifico di intervento. Etica, competenza e buone prassi sono la base del nostro lavoro, proprio per richiamare l’attenzione su questi valori imprescindibili abbiamo organizzato il convegno a Palermo. Da circa due anni sono nate le sedi territoriali AIPG: il primo importante obiettivo è quello culturale e di promozione di quello che la psicologia può fare in termini di collaborazione scientifica e peritale per il diritto.

Di che cosa si occupa lo psicologo giuridico, nella pratica?

Affidamento di minori, adozione, valutazione del danno psichico, interdizione, separazione e divorzi. Da valutazioni di tipo specialistico. Può lavorare in due modi: come consulente tecnico di ufficio (nominato dal magistrato) o come consulente tecnico di parte (nominato dall’avvocato). Effettua un lavoro di contenimento e di supervisione, mette in luce aspetti che sono stati tralasciati e che non sono venuti allo scoperto. Lo psicologo può in questi casi prestare assistenza a una delle parti, ad esempio al minore, a uno dei genitori o alla vittima, redigere certificazioni o documenti per sostenere la posizione del proprio cliente o effettuare una consulenza tecnica vera e propria. In quest’ultimo caso, i ruoli assunti dallo psicologo giuridico sono quelli del CTP – consulente tecnico di parte – del CTU – consulente tecnico d’ufficio nominato – o del Perito.

Qual è la situazione più critica in cui lavorare?

Personalmente, tutti quei casi in cui sono presenti dei minori: le separazioni conflittuali dove sempre più spesso osserviamo minori contesi, anche di prima o seconda infanzia, costretti ad assumere ruoli centrali, pericolosi per il proprio benessere psichico, per proteggere l’uno o l’altro genitore; e i casi di valutazione dell’idoneità a testimoniare di un testimone minorenne in ipotesi di maltrattamento e abuso sessuale in cui il minore, spesso, oltre che testimone è anche vittima, lui stesso, di tali maltrattamenti o abusi. Ma sono critici anche i casi di valutazione del danno psichico ed esistenziale. Pensiamo alle donne che per anni sono state vittime di stalking o a quelle che hanno subito abuso e violenza psicologica, fisica dal proprio uomo o alle vittime secondarie di incidenti stradali o anche a coloro che, all’interno del proprio contesto lavorativo, subiscono anni di violenza psicologica, morale, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e persecutori, meglio conosciuta con il termine mobbing. La propria valutazione professionale ha una risonanza profonda nelle persone, adulti e bambini. Ogni parola scritta ha un suo peso specifico e importanza.

Qual è la differenza tra psicologo clinico e psicologo giuridico e forense?

La valutazione forense è precisamente una valutazione di tipo clinico-forense. Ciò detto, il colloquio è lo strumento clinico per eccellenza sia per chi si occupa di clinica “pura” sia per chi è impegnato in ambito giuridico-forense. Nella prima, però, la finalità è di tipo terapeutica, siamo di fronte ad una domanda di aiuto di un paziente, mentre nella seconda questa parte viene meno. Lo psicologo giuridico non deve curare, ma dare una consulenza, un parere. Il suo compito è fotografare che cosa vede e che cosa sta accadendo e riportarlo sia descrittivamente che in una eventuale diagnosi categoriale. Inoltre, lo psicologo giuridico deve conoscere non solo le leggi ma anche il contesto culturale e professionale in cui gli operatori del diritto si muovono, avere nozioni giuridiche della fase processuale e di tutti i suoi aspetti e conoscere i presupposti giuridici della materia che tratta, spesso in continua evoluzione giurisprudenziale, come ad esempio il concetto di danno alla persona.

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