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Attività fisica è una terapia per le persone con tumore del sangue

Il fitwalking è alla portata di tutti e dà benefici importanti anche alle persone colpite da un tumore del sangue

Per celebrare la Giornata Mondiale della Leucemia Mieloide Cronica, l’Associazione Italiana contro leucemie,  linfomi e mieloma ha organizzato in trentacinque città italiane una camminata solidale non competitiva.
L’evento denominato Fitwalking for AIL è stato creato per raccogliere fondi a sostegno dei progetti dell’Associazione in favore della Ricerca e dell’assistenza ai pazienti, e per promuovere l’attività fisica, ma anche il tempo libero e il relax per la salute e il benessere.

Cos’è il fitwalking?

Il fitwalking è una forma di praticare il cammino che ne evidenzia tutte le potenzialità. Il termine inglese significa letteralmente “camminare per la forma fisica”. I buoni motivi per praticare il fitwalking sono tanti e si possono trovare motivazioni e stimoli che coinvolgono tutti verso tale pratica. Innanzitutto però il fitwalking si pone come un’attività alla portata di tutti.

Gruppo San Donato

Fitwalking per pazienti con tumore: ecco i benefici

«Le problematiche più frequentemente riportate dalle persone con tumori del sangue sono la diminuzione della capacità funzionale e della performance fisica, l’astenia (debolezza), gli effetti collaterali legati ai trattamenti, che spesso hanno ripercussioni a livello immunologico ed ematologico, nonché disturbi psicologici come l’ansia e la paura» spiega Giuseppe Toro, Presidente nazionale AIL.

«Numerosi studi hanno evidenziato l’importante ruolo che l’attività fisica può svolgere nel contrastare la sintomatologia delle patologie oncologiche».

Il progetto TOD dell’Ospedale San Martino di Genova

Città principale della manifestazione è stata Genova, Capitale Europea dello Sport 2024 e sede di un’importante collaborazione tra AIL e i medici oncologi dell’Ospedale San Martino, che ha portato alla realizzazione di diversi progetti, come il TOD-Trapianto con Ospedalizzazione a Domicilio.

«Grazie a questa iniziativa i pazienti che si sottopongono ad autotrapianto per malattie ematologiche importanti non saranno più costretti alla degenza di un mese in una camera sterile dell’ospedale ma, se i valori lo permetteranno, saranno mandati a casa e seguiti dall’assistenza domiciliare di AIL» commenta Liliana Freddi De Stefanis Presidente AIL Genova, Savona e Imperia.

L’importanza delle prestazioni domiciliari

«Le prestazioni domiciliari previste dal progetto rappresentano l’insieme organizzato dei trattamenti medici e infermieristici, necessari per stabilizzare il quadro clinico dei pazienti autotrapiantati, assistendoli nel graduale recupero della piena funzione post trapianto, con la profilassi e il trattamento antinfettivo, l’idratazione, la nutrizione parenterale e l’eventuale terapia trasfusionale che si rendessero necessarie nel decorso, fino alla
completa autonomia» aggiunge Stefania Bregante, Dirigente Medico Unità di Ematologia Policlinico San Martino di Genova.

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