Una novità nella guerra al cancro: nuovi farmaci, gli anticorpi monoclonali, puntano a potenziare la risposta immunitaria dell’organismo per spingere il corpo umano a riconoscere e distruggere per conto proprio le cellule tumorali. E i primi risultati già si vedono nel trattamento del melanoma metastatico, dove una nuova molecola, l’ipilimumab, ha praticamente raddoppiato la sopravvivenza dei malati.
Quando il cancro invade l’organismo, inganna le cellule-soldato del sistema immunitario accecandone la sensibilità. Ebbene, ecco che i nuovi farmaci sono in grado di «strappare la maschera» alle molecole tumorali, aiutando così l`azione di difesa del sistema immunitario. «L’Ipilimumab è un anticorpo anti-CTLA4 – spiega Paolo Marchetti, direttore di Oncologia medica al Sant’Andrea di Roma – un recettore della membrana cellulare che rallenta i meccanismi biologici che attivano il sistema immunitario. Ebbene, questo farmaco, bloccando il recettore, permette una reazione più attiva del sistema immunitario e aiuta la guarigione».
L’annuncio è venuto dal36°Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), svoltosi a Stoccolma. Un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine riporta che in uno studio di fase III, i tassi di sopravvivenza a 1 e 2 anni dei pazienti con melanoma avanzato trattati con Ipilimumab, sono pressoché raddoppiati arrivando rispettivamente al 46 e al 24 per cento.
Il nuovo farmaco è stato approvato per il trattamento dei pazienti con melanoma non operabile o metastatico dalla Food and Drug Administration, in luglio dalla Commissione europea ed è ora al vaglio delle Autorità italiane. I numeri del melanoma sono impressionanti: pur rappresentando solo il 4% dei tumori della pelle, è responsabile dell’80% dei decessi per cancro della cute. In Italia, con quasi 600 nuovi casi e 125 morti al mese (ovvero 7.000 nuove diagnosi e 1.500 decessi all’anno) il melanoma ha registrato un’impennata di diagnosi.
E ad essere colpite sono persone sempre più giovani. E quindi vietato abbassare la guardia: prevenzione, prevenzione e ancora prevenzione. Perché, se lo curi in tempo, anche il melanoma può guarire. Quindi, una volta all’anno dal dermatologo per il controllo della pelle. E guai al sole selvaggio mordi e fuggi, alla vita da spiaggia nelle ore più calde e alle lampade abbronzanti. Come ha riconosciuto il ministero della Salute, si tratta di abitudini rischiose proprio come lo è il fumo di sigaretta per i polmoni.
Fonte Il Giorno