Sono pronte le prime batterie “bio” che si possono ingoiare: prodotte con lo stesso pigmento naturale che colora pelle e occhi, sono destinate a dare energia alle pillole hi-tech che in futuro viaggeranno nel corpo umano per fare diagnosi e rilasciare farmaci. Presentate a Philadelphia, in occasione del convegno della Società Americana di Chimica, sono state messe a punto dal gruppo di ricerca coordinato da Christopher Bettinger, della Carnegie Mellon University a Pittsburgh, in Pennsylvania (Usa).
Nel progettare dispositivi come questi, spiega Bettinger, bisogna considerare i problemi di tossicità che possono derivare dall’ingestione: è per questo che il suo gruppo ha pensato di produrre gli elettrodi delle batterie sfruttando un materiale di origine biologica, la melanina, che colora pelle, capelli e occhi.
Con 600 milligrammi di melanina, precisa il ricercatore Hang-Ah Park, si può produrre una batteria che alimenta «per 18 ore un dispositivo da 5 milliwatt». Questo sarebbe sufficiente ad alimentare dispositivi elettronici capaci di viaggiare nel corpo umano, come capsule hi-tech che somministrano farmaci direttamente negli organi malati o sensori per la diagnosi che inviano dati per 20 ore consecutive prima di degradarsi.
L’intenzione dei ricercatori è quella di sperimentare anche altri materiali naturali, ad esempio la pectina estratta dalle piante e usata per preparare marmellate e gelatine. A quel punto si potrà pensare al rivestimento delle batterie, con materiali resistenti e non tossici, in grado di farle passare nello stomaco senza danni.
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