Testo di Tatiana De Santis,
psicologa e blogger di PSICOZOO
L’esperienza di un aborto spontaneo è un evento tutt’altro che raro e può interessare la vita di qualunque donna: infatti, secondo una stima probabilistica, sembra che almeno il 15% delle gravidanze clinicamente riconosciute esiti in un aborto spontaneo entro il terzo trimestre.
L’esperienza dell’aborto è un’esperienza traumatica e può essere vissuta dalla donna come tale sia sul piano fisico (dolore, perdita di sangue, ospedalizzazione, revisione della cavità uterina) che su quello psicologico ed emozionale. In seguito a un aborto spontaneo si manifestano generalmente sentimenti di dolore e di tristezza legati alla perdita del figlio immaginato, alla perdita della maternità, al fallimento della propria capacità riproduttiva.
Il legame d’amore tra madre e bambino si crea fin dalle prime settimane di gravidanza, già nel momento della prima ecografia. Quando avviene un aborto, sia esso nel primo o nel secondo trimestre, si verifica in modo violento e improvviso l’interruzione di questo legame: viene a mancare l’oggetto d’amore. Interviene un sentimento di dolore, di tristezza, di angoscia, di colpa, di rabbia. Questa esperienza di lacerazione, tra il prima ed il dopo, è comune a tutte le donne che perdono un bambino in gravidanza, indipendentemente dall’epoca gestazionale.
Non si possono descrivere in modo esaustivo tutte le emozioni e tutti i pensieri sperimentati dalle madri e dai padri colpiti da questa perdita improvvisa, tuttavia ci sono vissuti estremamente comuni. Tra le emozioni ed i pensieri più frequenti troviamo una dolorosa sensazione (sia fisica che mentale) di vuoto e sbigottimento. Alcune donne avvertono una sensazione di irrealtà associata a tristezza, che può combinarsi ad agitazione e tendenza a tenersi estremamente occupate, quasi per poter evitare di pensare all’accaduto e soffermarsi sulle emozioni associate.
Nei giorni successivi sono spesso presenti emozioni della sfera negativa, come tristezza, angoscia, senso di colpa e notevole rimuginio («è colpa mia, avrei dovuto/non avrei dovuto…»), alternato talvolta ad apatia e a reazioni depressive. Anche i sentimenti di vergogna e di perdita di autostima sono piuttosto frequenti.
Non bisognerebbe mai sottovalutare le conseguenze della portata emotiva associata a un aborto. Sono personalmente convinta che in seguito a questa esperienza traumatica sia assolutamente necessaria l’elaborazione delle emozioni negative connesse. Numerose ricerche dimostrano infatti che un supporto psicologico, che aiuti la donna o la coppia a esprimere ed elaborare in maniera adeguata il dolore per la perdita, può evitare la caduta in depressione o il manifestarsi di altri disturbi psichici.
Tatiana De Santis
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