Finita la pandemia di Covid. Ne è convinto Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Il suo ragionamento parte dal fatto che per essere pandemica, una malattia non deve solo diffondersi molto velocemente in tutto il mondo, l’agente patogeno dev’essere nuovo, la popolazione non ha immunità e non ci sono terapie in grado di fermarla. Per Palù è controproducente continuare a parlare di pandemia, perché non c’è più l’urgenza sociale, che invece hanno altre patologie.
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Finita la pandemia di Covid: assomiglia sempre più a una malattia stagionale
Palù spiega che resta molto diffusa nella popolazione in molte aree del pianeta, come ad esempio l’Hiv. Sta diventando sempre di più un virus respiratorio, simile a quelli che ci colpiscono da sempre in autunno e in inverno.
Più letale l’influenza in questo momento
I tassi di letalità nel mondo ormai sono fermi allo 0,045 per cento. Fino a qualche tempo fa si arrivava all’1-2 per cento. L’influenza stagionale ha in questo momento un’incidenza cinque volte maggiore rispetto a Covid. Ogni mille abitanti ne sono colpiti 16 adulti e una sessantina di bambini sotto i cinque anni. Su 100 casi di malattie respiratorie, circa la metà sono dovuti al ceppo influenzale di tipo A, il 10% a Sars Cov 2 e il 30-40% ad altri virus stagionali.
Finita la pandemia di Covid: vaccinazioni e mascherine restano importanti
Ormai gran parte della popolazione ha un’immunità naturale o legata ai vaccini. Inoltre nessuna nuova variante è all’orizzonte e Omicron è stabilmente duratura da oltre un anno».
La vaccinazione resta lo strumento ideale per proteggere le persone a rischio, come gli anziani, chi soffre di malattie che indeboliscono le difese immunitarie e chi ha patologie croniche. È vero, come ricorda Palù, che il vaccino non è in grado di difenderci dal contagio, ma fa scendere dell’80% il rischio di avere conseguenze importanti. In Italia ci sono ancora tra i 6 e i 7 milioni di cittadini non vaccinati.
Anche la mascherina può rappresentare un presidio importante, specialmente in luoghi chiusi come i mezzi pubblici e in cliniche e ospedali. In questo modo limitiamo anche la diffusione degli altri virus respiratori.