Presto in Italia tutte le ricette mediche, incluse quelle “bianche” per farmaci a carico del cittadino prescritte dagli specialisti, diventeranno esclusivamente digitali. L’innovazione, introdotta nella manovra di bilancio e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro la fine dell’anno, segna il termine della fase sperimentale avviata durante l’emergenza Covid-19, trasformando la ricetta elettronica in una procedura permanente.
In questo articolo
Ricette digitali: l’obiettivo della manovra di bilancio
La misura è stata inserita nella legge di bilancio per accelerarne l’adozione e prevenire un’ulteriore proroga. L’articolo 54 della legge specifica che tutte le prescrizioni mediche del Servizio sanitario nazionale (SSN) e per i farmaci pagati dai cittadini devono essere rilasciate in formato elettronico, con l’obiettivo di migliorare il monitoraggio delle prescrizioni e di garantire un aggiornamento continuo del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).
Nessun obbligo di utilizzo esclusivo per i cittadini e supporto dalle regioni
L’articolo di legge non introduce sanzioni per il mancato uso delle ricette digitali. Spetta infatti alle Regioni vigilare sull’implementazione della misura attraverso le autorità locali, permettendo così ai cittadini di continuare a ricevere una stampa della ricetta quando necessario, ma con la creazione del documento inizialmente in formato digitale.
I medici di famiglia e le ricette digitali: i punti chiave
Secondo Sergio Bartoletti, vice segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), per i medici di famiglia la transizione alla ricetta digitale non comporta grandi difficoltà, sebbene non tutti i farmaci prescritti nelle ricette bianche siano dematerializzabili, come sonniferi e tranquillanti. Bartoletti ha anche richiesto che anche i medici specialisti, compresi i dentisti, adottino il formato digitale per evitare che i medici di base siano costretti a stampare le prescrizioni al posto loro.
Digitalizzazione e inclusività: le preoccupazioni dei rappresentanti dei pensionati
Tania Sacchetti, segretaria dello Spi-Cgil per i pensionati, ha espresso preoccupazione per la mancanza di servizi di supporto adeguati, come sportelli di assistenza dedicati, per le persone anziane o meno digitalmente preparate. Sacchetti ha sottolineato il rischio che l’uso obbligatorio del formato digitale possa accentuare il divario sociale per gli anziani e le persone meno abituate alla tecnologia.
Questa nuova normativa rappresenta un passo avanti verso la digitalizzazione del sistema sanitario, ma l’attenzione al supporto per i cittadini, specialmente per i meno pratici con la tecnologia, resta una priorità per garantire una transizione realmente inclusiva e funzionale.