Testo di Grazia Ceccarelli,
psicologa clinica e di comunità,
blogger di PSICOZOO
Quando si pronunciano frasi del tipo: «Prendersi cura di sé», «Bisogna trovare il modo per stare bene» oppure «È importante imparare a volersi bene», ad alcune persone la prima cosa che viene in mente è quella di curare il proprio corpo. Ecco quindi che, la reazione quasi automatica è quella di correre dal parrucchiere, dall’estetista o in palestra per cercare il modo di rilassare il proprio corpo e di migliorare la propria immagine allo specchio per poi aspettare conferme esterne su quanto siamo cambiati in positivo.
Altre persone invece rievocano nella loro mente l’immagine hollywoodiana a cui Woody Allen ci ha abituati: sdraiati sul lettino con occhi chiusi a raccontare i propri sogni con alle spalle uno psicoanalista un po’ stralunato e annoiato che prende appunti. Entrambe queste immagini ci tramandano una confusione di fondo che purtroppo ancora esiste riguardo un argomento molto importante: chi e cosa ci può aiutare veramente per raggiungere il benessere psicologico?
Migliorare la propria qualità della vita è spesso difficile, soprattutto se si è in presenza di un malessere esistenziale ed è solo un cambiamento significativo dello stile di pensiero e comportamento che può portare alla meta, ciò si può fare solo in un modo: prendendosi cura della propria «psiche». La psicoterapia (dal greco psichè «anima, soffio vitale» e therapeia «cura») ha come scopo proprio ciò, e la strada che intraprende per arrivare al cambiamento è quella del colloquio.
Da diversi anni poi, si è diffusa anche in Italia la psicoterapia breve che a differenza della psicoterapia classica ha come fulcro centrale la comprensione del problema nel qui ed ora, effettuando quindi, un’analisi del sintomo, fonte di disagio per il paziente. A differenza della psicoterapia classica, questa nuova forma ha tempi di risoluzione più brevi ma allo stesso modo è capace di dare risultati stabili.
Chi si troverà quindi di fronte ad uno psicoterapeuta ad approccio breve, innanzitutto non avrà alle spalle nessuno taccuino e non sarà nemmeno sdraiato su di un lettino, non scaverà l’intera esistenza anno dopo anno, ma affronterà il problema attuale e il malessere legato al sintomo, per poi arrivare a delle soluzioni pratiche. Il terapeuta e il paziente instaurano un rapporto fondato sulla fiducia ma soprattutto sulla collaborazione in quanto sono entrambi fondamentali nella risoluzione del problema e nel trovare le soluzioni più efficaci.
Le tappe da superare sono: la comprensione del sé e la ridefinizione degli obiettivi, queste vanno affrontate allenando le risorse possedute dal paziente in modo da renderle forti per poter arrivare agli obiettivi preposti e all’ambito traguardo: il cambiamento. I risultati ottenuti da questo tipo di psicoterapie sono riferiti alla percezione che ha il paziente riguardo il livello raggiunto e la sua stabilità nel tempo. Le tecniche maggiormente utilizzate dal terapeuta sono quelle di rilassamento per ridurre la risposta emotiva all’ansia e far rilassare il paziente.
Le critiche mosse nei confronti delle psicoterapie brevi sono quelle riferite al fatto che non arrivando alla conoscenza dell’origine del sintomo le soluzioni possono risultare superficiali e poco stabili nel tempo, non permettendo la completa ristrutturazione della personalità. È però anche vero che, mentre un tempo, la psicoterapia poteva permettersela solo una persona benestante oggigiorno con questo tipo di terapie è possibile intraprendere un percorso di crescita personale ogni qual volta se ne sente la necessità, come è giusto che sia.
Grazia Ceccarelli
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