L’abuso di alcol tra i giovani preoccupa il personale sanitario e le famiglie. I consumatori a rischio in totale in Italia sono più di 8.600.000, tra loro 800.000 minorenni. Nella fascia tra i 14 e i 18 anni significa che un ragazzo su tre ha alte probabilità di cadere nella dipendenza. Preoccupa anche la fascia degli over 65: qui sono 2.500.000 gli italiani a rischio. Le persone alcoldipendenti in cura nel servizio sanitario nel 2020 sono 64.500. C’è un altro problema per gli adolescenti. Mentre in tutte le altre fasce di età la prevalenza degli uomini sulle donne è netta, non lo è tra i minorenni. I dati arrivano dalla Conferenza Nazionale sull’Alcol. Per affrontare il problema il ministero della Salute ha appena istituito un tavolo tecnico permanente su questo tema.
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Abuso di alcol tra i giovani: il fenomeno del binge drinking
Nel 2020, anno in cui ha avuto inizio la pandemia da Covid, gli esperti hanno registrato un aumento dei consumatori a rischio. Nel dettaglio si parla di un +8,6% tra gli uomini e un +5,3% nelle donne. Nel primo anno di pandemia sono nettamente aumentate anche le cosiddette binge drinking, che in italiano potrebbero essere tradotto come abbuffate alcoliche. In un anno ha interessato il 18,4% dei minorenni. Tremila le ragazze e i ragazzi sotto i 18 anni che sono finiti in Pronto Soccorso per questo motivo, nonostante per loro sia vietato acquistare e consumare alcolici. Si parla di binge drinking quando l’unico obiettivo è quello di ubriacarsi. Prevede l’ingestione in poco tempo di almeno sei bicchieri di alcol.
Con le abbuffate alcoliche danni irreversibili al cervello
Con il binge drinking non solo si aumentano le probabilità di cadere nella dipendenza, ma ci possono essere danni irreversibili al cervello. Induce modifiche strutturali che nel tempo riducono connessioni nervose, reattività agli stimoli e memoria. Le conseguenze sono permanenti in alcune aree cerebrali importanti per controllare gli impulsi nervosi e prendere decisioni.
Poche persone accedono ai centri anti alcol
Solo una piccolissima percentuale delle persone a rischio arriva nei centri anti alcol del servizio sanitario nazionale. Ci sono anche differenze regionali importanti. Nel 2020 più di 64.500 persone alcoldipendenti hanno ricevuto le cure dei servizi sanitari. Si stima che si tratti di appena un terzo degli italiani che ne avrebbero bisogno. Tra l’altro la maggior parte di loro decide di affidarsi alle cure solo dopo un controllo di polizia.