Confermata la tendenza storica alla diminuzione dell’Ivg (Interruzione volontaria della gravidanza) in Italia: nel 2010 il tasso di abortività (numero delle Ivg per 1.000 donne in età feconda tra 15-49 anni) è risultato in calo del 2,5% rispetto al 2009 (8.5 per 1.000), con un decremento del 52,3% rispetto al 1982 (17.2 per 1.000), anno in cui si è registrato il più alto ricorso all’Ivg (234.801 casi).
Lo rileva la Relazione stato attuazione legge 194/1978 del ministero della Salute, depositata ieri sera in Parlamento. «Il tasso di abortività in Italia – come sottolinea la Relazione – è fra i più bassi tra i Paesi occidentali; particolarmente basso è quello relativo alle minorenni, agli aborti ripetuti, e a quelli dopo novanta giorni di gravidanza».
Per quanto riguarda le minorenni, il tasso di abortività nel 2009 è risultato pari a 4.4 per 1.000 (4.8 per 1.000 nel 2008), con valori più elevati nell’Italia settentrionale e centrale.
«Siamo in un Paese – continua il report – a bassa natalità ma anche basso ricorso all’Ivg – dunque l’aborto non è utilizzato come metodo contraccettivo – e insieme un Paese con limitata diffusione della contraccezione chimica. Altri Paesi (come Francia, Gran Bretagna e Svezia, ad es.) hanno tassi di abortività più elevati a fronte di una contraccezione chimica piu’ diffusa, e di un’attenzione accentuata verso l’educazione alla procreazione responsabile».
Fonte Ansa