Oetzi, l’Uomo di Ghiaccio, rinvenuto nel 1991 sulle Alpi Venoste e conservato nel Museo Archeologico di Bolzano, continua a essere uno scrigno di informazioni sulla storia dell’uomo. Nel suo stomaco un’équipe internazionale ha infatti trovato l’Helicobacter pylori, batterio molto comune, presente in circa metà della popolazione, che può essere all’origine di ulcera e gastrite.
Iceman, come viene chiamato in tutto il mondo, è morto 5.300 anni fa dopo essere stato colpito da una freccia. La ricerca, che è stata pubblicata su Science, è importante per aiutare a ricostruire attraverso la storia del batterio, quella della migrazione umana.
«Ci aspettavamo di trovare in Oetzi lo stesso ceppo di Helicobacter presente oggi negli europei» spiega Thomas Rattei, biologo dell’Università di Vienna, che ha collaborato allo studio con il paleopatologo Albert Zink e il microbiologo Frank Maixner dell’EURAC a Bolzano, «invece abbiamo scoperto di avere a che fare con un ceppo batterico che attualmente osserviamo principalmente in Asia centrale e meridionale».
Secondo gli scienziati in origine erano presenti due ceppi del batterio, uno africano e uno asiatico, che a un certo punto si sono ricombinati in quello che oggi è il ceppo europeo. Dal momento che i batteri si trasmettono solitamente all’interno della famiglia, la storia della popolazione mondiale è strettamente collegata con la storia dei batteri. Fino ad oggi, si è pensato che gli individui del Neolitico fossero portatori di questo ceppo europeo già nel momento in cui diventarono stanziali e iniziarono a praticare l’agricoltura. Le ricerche su Oetzi, invece, dimostrano il contrario e rivoluzionano la storia delle migrazioni.
Ricerche precedenti avevano rivelato che Iceman aveva tra i 40 e i 50 anni, occhi marroni, era coperto da tatuaggi e aveva mangiato da poco carne di stambecco. Era stato colpito da una freccia nella spalla sinistra e molto probabilmente è morto dissanguato. Aveva qualche problema di salute, tra cui una frattura al tallone, l’artrite.
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