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«Mi fa sempre male la gamba che mi hanno amputato»

Luca Moretto, artista di Jesolo di 36 anni, soffre della sindrome da arto fantasma: ha dolori atroci alla gamba che però gli è stata amputata. Ecco la sua storia. «Arte e dolore. Questo il binomio che ha caratterizzato la mia vita negli ultimi 13 anni. A partire dall’agosto del 1999, l’anno in cui mi amputarono la gamba sinistra appena sotto il ginocchio, sia l’arte sia il dolore cronico sono entrati di forza nella mia vita. Spesso mi ritrovo a pensare che se il banale incidente, poi degenerato a causa di medici disattenti, non avesse cambiato la direzione della mia vita, oggi non sarei un artista con quadri esposti in mostre temporanee alla Biennale di Venezia, in Cina, Montecarlo e Milano.

Luca Moretto, artista di Jesolo di 36 anni, soffre della sindrome da arto fantasma: ha dolori atroci alla gamba che però gli è stata amputata. Ecco la sua storia.

«Arte e dolore. Questo il binomio che ha caratterizzato la mia vita negli ultimi 13 anni. A partire dall’agosto del 1999, l’anno in cui mi amputarono la gamba sinistra appena sotto il ginocchio, sia l’arte sia il dolore cronico sono entrati di forza nella mia vita. Spesso mi ritrovo a pensare che se il banale incidente, poi degenerato a causa di medici disattenti, non avesse cambiato la direzione della mia vita, oggi non sarei un artista con quadri esposti in mostre temporanee alla Biennale di Venezia, in Cina, Montecarlo e Milano.

Gruppo San Donato

Certo è che quell’incidente mi ha privato di una gamba e mi ha regalato dolori ripetuti e cronici, da cui non riesco a trovar sollievo. Allora facevo l’agente di commercio, avevo 23 anni e aiutavo alcune amiche con il loro pub. Di ritorno dal locale, dopo una nottata di lavoro, ho avuto un banale incidente in moto. È seguita la corsa in ospedale, dove non si sono accorti che, con tibia e perone, si era rotta l’arteria femorale e che era in corso un’emorragia interna alla gamba. Una distrazione che mi ha portato vicinissimo alla morte e all’amputazione.

Non era un periodo particolarmente felice: in famiglia avevamo avuto dei problemi con mio padre, ricoverato 45 giorni in terapia intensiva per una pancreatite. Anche a lui avevano dovuto amputare una gamba, ma la situazione era paggiorata a tal punto che i chirurghi erano stati costretti a togliere anche l’altra. Dev’essere il destino della mia famiglia: pure io sono precipitato in quel tunnel, anche se per altri motivi. E, soprattutto, all’amputazione è seguito quel dolore cronico che mi accompagna ormai da lunghissimi anni.

“Vedrai che diminuirà”, mi rincuoravano gli esperti che interpellavo. Ma nulla, sono ancora alla caccia di una soluzione che attenui questa mia sofferenza. La chiamano sindrome dell’arto fantasma. È quasi buffo da raccontare, anche perché gli altri non lo capiscono: senti un dolore lancinante a un piede che ormai non hai più. Le terapie che ho provato fino a ora non sembrano dare risultati, a parte qualche piccolo miglioramento nelle fasi iniziali delle cure. Poi pian piano, immancabilmente, l’effetto svanisce e si ritorna al calvario…

La mia vita è cambiata, io sono cambiato. Fra l’altro, a causa di questi dolori incessanti e a problemi a sopportare le protesi, non posso più lavorare. Un vero percorso a ostacoli, e di sofferenza, che però mi ha portato a scoprire una parte importante di me. Fin da bambino avevo una predilezione per l’accostamento dei colori, per costruire oggetti utili o esteticamente belli. Oggi dipingo e attraverso i colori rappresento la gioia di vivere.

Quello che ho vissuto, i momenti bui, quando la vita ti gira le spalle e hai la sensazione di muoverti in un incubo, non si possono cancellare. Ma è necessario trovare la forza per rimettersi in gioco, provarci e riprovarci, a tutti i costi, cercando di andare contro quel destino che ti vuol mettere i bastoni tra le ruote… E magari scoprire di essere in grado di realizzare quel sogno coltivato fin da bambino. Come è capitato a me: oggi la mia opera più importante, Vespa Venice, è in mostra al Museo Piaggio a Pontedera (vicino a Pisa), al fianco della Vespa che il mitico Salvador Dalì decorò nel 1962».

Luca Moretto
(testimonianza raccolta da Simone Fanti per
OK Salute e benessere)

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