Dalle notti insonni trascorse a rigirarsi tra le lenzuola agli occhi gonfi e arrossati, fino alla congestione nasale che causa difficoltà respiratorie. Fazzoletti alla mano, solo chi convive con la rinite allergica conosce bene questi sintomi, specialmente in coincidenza dei picchi stagionali (primavera e inizio autunno).
In questo articolo
Ne soffrono 4 italiani su 10
Classificata come uno dei disturbi cronici maggiormente diffusi al mondo, questa patologia colpisce soprattutto i giovani (il 50% delle persone interessate ha meno di 44 anni) con una leggera prevalenza femminile (le donne colpite sono il 55% contro il 45% degli uomini). Secondo una ricerca di GfK Eurisko per Meda Pharma, quasi il 40% degli italiani colpiti soffre di rinite allergica in modo cronico e persistente. Nonostante la maggior parte di essi si sottoponga a trattamenti farmacologici, non sempre riesce a tenere sotto controllo i malesseri ad essa correlati.
Rinite allergica abbassa la qualità della vita
Un dato allarmante è quello legato alla compromissione di alcune attività, specie quelle lavorative: i soggetti con rinite allergica non solo faticano a stare all’aria aperta (40%), a dormire bene (32%) e a praticare attività fisica (24%), ma spesso sono anche costretti a perdere giorni di lavoro (7,8 giorni in media nell’ultimo mese) o non riescono a garantire la massima produttività.
Giorgio Walter Canonica, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) (puoi chiedergli un consulto qui) spiega quali sono gli allergeni scatenanti, i sintomi e le nuove terapie in grado di curare la rinite allergica, ricordando che a sostegno del paziente è stata recentemente sviluppata un’app innovativa chiamata Diario dell’Allergia.
Che incidenza ha la rinite allergica sulla popolazione italiana?
La rinite allergica è una patologia molto comune. Stando ai dati diffusi da GfK Eurisko, coinvolge più di 6 milioni di italiani, cioè circa il 12,5% della popolazione. Se fino a qualche anno fa era prevalentemente confinata all’età giovanile, oggi possiamo affermare che può comparire a qualsiasi età, anche sopra i 70 anni. Grazie ad alcuni studi epidemiologici è emerso che entro il 2020 questo disturbo colpirà 1 adolescente su 2.
Perché questo disturbo viene spesso sottovalutato anche dai medici stessi e confuso con un semplice raffreddore?
Purtroppo questa è una patologia troppo spesso sottovalutata anche se si tratta di uno dei disturbi cronici maggiormente diffusi al mondo. È un grosso errore perché, ad esempio, la rinite allergica può avere un’evoluzione verso l’asma. Almeno un 40% dei soggetti che ne soffre, presenta anche disturbi respiratori. Quindi è importante una consultazione dal proprio medico per una diagnostica corretta e quanto mai doverosa.
Quali sono gli allergeni che possono scatenare la rinite allergica?
Sostanzialmente abbiamo due grosse categorie di allergeni:
- quelli cosiddetti “stagionali”, cioè i pollini e alcune muffe,
- quelli “perenni”, tra i quali gli acari e i derivati epidermici di cani e gatti.
Per quanto riguarda i pollini, questi variano da regione a regione. Nelle zone costiere, ad esempio, troviamo gli olivi e le parietarie, mentre nell’area padana ci sono le graminacee e l’ambrosia.
Quali sono i sintomi?
I sintomi più comuni sono:
- naso chiuso,
- secrezione,
- prurito al naso e rino-congiuntivite, dovuto al fatto che la rinite allergica ha un effetto impattante anche sugli occhi.
È un disturbo limitante, in grado di compromettere alcune attività?
La compromissione è altissima. Il 14% dei soggetti con rinite allergica dichiara di aver perso dei giorni di lavoro a causa di questo disturbo. Molti riferiscono anche di non riuscire a dare il massimo nelle mansioni lavorative. In questo caso si verifica il cosiddetto “presenteismo”, cioè lavorare senza però riuscire a garantire efficienza e produttività.
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi di rinite allergica deve essere fatta con una storia clinica accurata.
- Di norma come primo step si effettuano dei test cutanei per l’identificazione dell’allergene che causa la rinite;
- in secondo luogo, si svolgono dei test di secondo livello sul sangue per identificare le immunoglobine E (IgE) specifiche (cioè gli anticorpi connessi alle reazioni allergiche) verso gli allergeni;
- infine, si possono effettuare anche test di terzo livello con la diagnostica molecolare.
È chiaro che bisogna sempre valutare quale tipo di infiammazione sia in corso e, non in ultimo, avvalersi anche di una rinoscopia, cioè andare a vedere nel naso se si tratta solo di rinite allergica o di altre patologie.
È stata sviluppata una nuova app, Diario dell’Allergia: a chi e a cosa serve?
Per controllare l’evoluzione della patologia è stata introdotta una nuova scala di misurazione visivo-analogica, che sta alla base dell’app Diario dell’Allergia. Attraverso questo strumento innovativo, il paziente è in grado di rilevare qual sia l’impatto della rinite allergica su di sé e i relativi sintomi. Questo consente anche di verificare se il trattamento al quale una persona è sottoposta è sufficiente o meno al controllo della malattia.
Come si cura? Esistono nuove terapie?
Possiamo curare la rinite allergica in diversi modi:
- con gli antistaminici di seconda generazione per via orale,
- per via topica,
- con gli steroidi nasali.
- Esistono poi anche altri farmaci come gli antileucotrienici,
- l’immunoterapia specifica.
- Recentemente è entrato in commercio un nuovo prodotto che prevede la combinazione di un antistaminico, la azelastina, con uno cortisonico nasale nello stesso inalatore. Questo permette di sfruttare sia le capacità di rapida azione da parte dell’antistaminico sia il grosso potere antiinfiammatorio del cortisonico.
La rinite allergica può essere associata ad altre patologie?
La congiuntivite è quasi sempre associata alla rinite allergica mentre l’asma purtroppo è molto più impattante di quanto si creda. Esistono degli studi che dimostrano quanto l’evoluzione dalla rinite all’asma sia frequente, soprattutto se la rinite non è sufficientemente controllata.
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