Dopo aver svolto attività fisica, più o meno intensa, spesso abbiamo i muscoli indolenziti: fatichiamo a salire le scale, ci tremano le gambe, ci fanno male gli addominali e sentiamo fastidio ai bicipiti se dobbiamo sollevare dei piccoli pesi. Ciò è dovuto allo sforzo al quale abbiamo sottoposto il corpo, che ha causato dei minuscoli strappi nelle fibre muscolari.
Ma c’è di più: una ricerca della Scuola di Scienze Biomediche dell’Università del Queensland e pubblicata su Nature Communications ha evidenziato come, nella fase di “recupero”, i muscoli mettano in atto un meccanismo di protezione, proprio attraverso un input doloroso, per evitare ulteriori danni.
Lo studio
Di cosa si tratta? I ricercatori, guidati da Bradley Launikonis, hanno prelevato delle piccole biopsie dalle cosce delle persone coinvolte nello studio, per testare il “comportamento” delle fibre prima della sessione di sport e dopo 24 e 48 ore. Si è osservato che l’allenamento intensivo causa un aumento significativo del contenuto di calcio nei muscoli, esponendoli al danno: la concentrazione di calcio, infatti, può attivare delle proteine, chiamate “calpain”, responsabili del deperimento muscolare e di alcune patologie come l’atrofia.
La “strategia” dei muscoli
Per ripararsi da questa eventualità, i muscoli attivano un meccanismo di difesa: si indolenziscono proprio per incoraggiare lo sportivo a interrompere l’attività fisica e a riposarsi per qualche giorno.
Un po’ di riposo post-allenamento
Dallo studio è emerso che dopo corsa, addominali, flessioni, trazioni e sollevamento pesi, nelle fibre si formano delle piccole cavità (vacuoli) nelle quali si accumula l’eccesso di calcio, responsabile del danno muscolare. I muscoli necessitano di un paio di giorni per ripararsi e per chiudere questi “pertugi”: e per fare ciò, il fisico non deve essere sottoposto a ulteriore allenamento.
«Grazie a questa ricerca, abbiamo capito che avvertire dolore dopo l’allenamento è un segnale di protezione, che ci suggerisce che il corpo è affaticato, i muscoli sono vulnerabili ed è arrivato il momento di fare una pausa» commenta l’autore dello studio.
Speranza per il futuro
I risultati della ricerca aiuteranno a comprendere meglio le malattie di perdita muscolare, come la distrofia, e a esplorare nuovi trattamenti per le condizioni degenerative.
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