Dopo i 65 anni la presenza di diverticoli nel colon è abbastanza comune e spesso asintomatica. Che cosa fare quando s’infiammano? Quando si deve intervenire chirurgicamente? E qual è il ruolo della dieta? Qual è la differenza tra diverticolite e diverticolosi? A queste e altre domande abbiamo dato risposta con Gabriele Riegler, professore associato presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli.
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La presenza di diverticoli si chiama diverticolosi
La diverticolosi, come suggerisce il nome, è una patologia caratterizzata dalla presenza di diverticoli, ovvero erniazioni o saccocce o estroflessioni che si localizzano principalmente nella parte sinistra del colon, il sigma, dove il diametro è ridotto rispetto gli altri segmenti del colon e maggiore è la pressione che si genera causando la formazione del diverticolo. I diverticoli possono essere uno, due o numerosi e a volte raggrupparsi a grappolo.
Perché vengono i diverticoli?
La presenza di diverticoli nel colon s’incrementa con l’età, dopo i 60-65 anni questa patologia interessa il 30 al 40 per cento degli individui e ne soffrono principalmente le donne. Dagli esperti è ritenuta un’alterazione fisiologica non preoccupante, causata anche dal normale invecchiamento del tessuto muscolare. Sebbene le cause che scatenano la patologia non siano certe, esiste una correlazione tra stitichezza e diverticolosi, perché la stipsi aumenta la pressione intracolica e a lungo andare i tessuti cedono formando erniazioni. Senza dimenticare l’ipotesi patogenetica che evidenzia un difetto nella struttura del tessuto dell’intestino per cui in questo caso anche persone giovani ne possono soffrire.
La forma sintomatica complicata di diverticolosi si chiama diverticolite
La forma più frequente, circa l’80-85 per cento dei casi, è asintomatica. Il più delle volte ci si accorge dei diverticoli per caso, facendo una colonscopia, una radiografia o un’ecografia dell’addome. Esiste poi la forma sintomatica non complicata, che si caratterizza con mal di pancia, aumento del meteorismo, dolore addominale localizzato e costante. Spesso è confusa con la sindrome da intestino irritabile perché i sintomi sono simili.
La forma complicata, conosciuta come diverticolite, è la più pericolosa. In questo caso i diverticoli s’infiammano, sanguinano e si prova dolore. I sintomi sono molto importanti. Il sanguinamento si può presentare con piccole tracce di sangue nelle feci o (caso più raro) come emorragie intense. Il campanello di allarme però è dato dalla presenza o meno di febbre, anche non intensa. La febbre è sintomo di un’infiammazione in corso e di una complicanza, e come tale va trattata nel più breve tempo possibile. La diverticolite dà segni di sé anche con un dolore localizzato nel quadrante inferiore sinistro dell’addome accompagnato, talvolta, da nausea o vomito e da scariche diarroiche.
Quali possono essere le complicanze a cui si va incontro con i diverticoli?
Tendenzialmente non ci sono conseguenze di rilievo con i diverticoli. A volte, però, possono procurare complicanze, come l’infiammazione degli stessi diverticoli. Questa condizione può portare a una perdita dell’elasticità della parete del colon, in seguito alla quale si formano dei restringimenti, chiamati “stenosi”. A loro volta, i restringimenti possono innescare svariati disturbi, tra i quali dolori addominali ricorrenti, alterazione della regolarità intestinale e, nei casi più avanzati, ostruzione del lume.
Come si curano i diverticoli?
La forma asintomatica
Per la tipologia asintomatica il rimedio più indicato è la cura della stitichezza, consumando da 25 a 30 grammi di fibre al giorno tra frutta, verdura, legumi. 200 grammi di frutta e 500 grammi di verdura apportano 25 grammi di fibre: la quota consigliata per mantenere una buona mobilità intestinale, che è alla base della prevenzione della diverticolosi. L’assunzione di acqua rende le feci morbide e quindi facilita la defecazione.
La forma sintomatica non complicata
Una dieta ricca di fibre deve essere seguita anche nei casi si soffra di episodi non complicati che possono verificarsi saltuariamente, con dolore addominale e in presenza di effettiva contrazione; in questo caso sono indicati gli antispastici. Alcuni studi hanno evidenziato che la somministrazione di antibiotici per una settimana ogni mese, come la Rifaximina, che non ha effetti collaterali, agisce a scopo preventivo limitando l’insorgenza di nuovi episodi sintomatici. Questo trattamento non è assolutamente giustificato in quell’80-85 per cento di pazienti asintomatici.
La forma sintomatica complicata
Quando i diverticoli s’infiammano si può seguire una cura antibiotica a base di Ciprofloxacina e Metronidazolo che agiscono all’interno del colon; eventualmente si può associare un antibiotico per via generale (intramuscolo o endovena) per 5-7 giorni. Nella maggior parte dei casi dopo il trattamento si ha una remissione della sintomatologia. L’intervento chirurgico è indicato nei casi in cui la terapia farmacologica non abbia dato risultati, o quando gli episodi d’infiammazione diventano frequenti. L’operazione consiste nella resezione del pezzo di intestino interessato dalla malattia diverticolare e dall’eventuale stenosi. È importante operarsi “con i propri piedi” e non d’urgenza perché, in questo caso, l’intervento è di routine e si limitano le complicanze.