Ansia, tristezza e inadeguatezza. Sono questi i sintomi che possono colpire i neo papà nei primi mesi di vita del suo bambino. Questo, in estrema sintesi, il risultato di uno studio condotto da Lisa Underwood dell’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Jama Psychiatry.
I più colpiti quelli già stressati
L’arrivo del bebé colpisce soprattutto gli uomini che sono già sottoposti ad alti livelli di stress, che sono disoccupati o che hanno qualche problema di salute. La ricerca dimostra che gli uomini stressati o in cattive condizioni psicofisiche, vivono quella che gli americani chiamano baby blues già durante la gravidanza della loro compagna e fino a nove mesi dopo la nascita del bebè.
La ricerca
I ricercatori neozelandesi hanno analizzato i dati di 3.523 uomini, con un’età media di 33 anni, scaturiti da interviste fatte loro quando le compagne erano nel terzo trimestre di gravidanza e poi nove mesi dopo la nascita del bimbo.
I risultati
82 neo papà manifestavano forti sintomi di ansia e preoccupazione già durante la gravidanza, mentre il 4,3% li presentava nove mesi dopo la nascita del figlio. Questi sintomi erano associati a problemi di salute ed elevati livelli di stress percepito da parte dei padri. Ma anche alla conclusione della relazione con la mamma del bimbo, all’essere senza lavoro o all’avere una storia di depressione.
Il parere dell’esperto
«Solo da poco l’influenza dei papà sui bambini è stata riconosciuta come vitale per lo sviluppo psicosociale e cognitivo del piccolo – spiega Lisa Underwood. – Dal momento che la depressione paterna può avere effetti diretti e indiretti sui bambini, è importante riconoscere e trattarne i sintomi tra i papà precocemente. E il primo passo in questa direzione è aumentare la consapevolezza tra i padri su questo problema».
Nuova ricerca conferma uno studio del 2015
Già un lavoro precedente aveva dimostrato che i padri che avevano sofferto di depressione dopo la nascita del figlio, avevano ancora gli stessi sintomi a distanza di tre anni. Questo problema aveva avuto un pesante impatto anche sul comportamento dei bambini, che nei primi anni di vita risultavano essere più bugiardi, violenti, ansiosi e depressi dei loro coetanei, perfino rispetto ai bambini cresciuti all’interno di famiglie litigiose.
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