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La contrattura in mare
Può insorgere anche durante una nuotata di poche bracciate, ma se ci si trova al largo può generare paura. Il crampo, o la contrattura, colpisce tutti indistintamente, ma correre ai ripari si può. Ecco i consigli dell’esperto di OK, il dottore di ricerca in scienze dello sport Gian Mario Migliaccio (puoi chiedergli un consulto qui), Direttore scientifico Sport Science Lab UK. È coordinatore dei team di ricerca del progetto Coni “Laboratorio dello Sport” su fisiologia, psicologia e scienze dello sport. È stato atleta agonista e si occupa di ricerca scientifica nel campo delle scienze dello sport. I punti più soggetti a crampi in acqua sono il piede, il polpaccio, la coscia e in maniera ridotta gli addominali.
Crampo al piede
Se si tocca il fondo del mare, è opportuno procedere immediatamente alla disattivazione del crampo. Se il crampo è nel piede si noterà una chiusura di questo arto molto evidente: la prima cosa è cercare di distendere la pianta poggiandolo sul fondo oppure, se non è possibile, prendendo con decisione la punta del piede e tirando progressivamente con una mano.
Crampo al polpaccio
Se il crampo è localizzato nel polpaccio, invece, bisogna distendere la gamba, ma senza distendere il piede, bensì mantenendo il piede “a martello”, oppure aiutandosi con la mano tirando.
Campro alla coscia
Se il crampo è localizzato nella parte posteriore della coscia, bisogna cercare di distendere la gamba fino a sentire una distensione della contrattura. Se ci si trova al largo è necessario un rapido e deciso intervento come quelli prima descritti. Con l’acqua alta bisogna prevedere di dover andare sott’acqua mantenendo il respiro per alcuni secondi se è necessario distendere la gamba con l’aiuto delle mani.
Come tornare a riva
Per raggiungere la riva è consigliabile utilizzare i soli arti superiori nuotando a dorso, anche senza battere i piedi se non in minima parte.
Eliana Canova
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