Salute

Citomegalovirus in gravidanza: i rischi per il nascituro e la prevenzione

Il citomegalovirus è un virus molto comune, appartenente alla famiglia degli Herpesviridae. Nel mondo occidentale circa il 70% della popolazione entra in contatto con i virus, sviluppandone gli anticorpi.

Il Citomegalovirus (CMV) è un virus molto comune, appartenente alla famiglia degli Herpesviridae. Nel mondo occidentale circa il 70% della popolazione entra in contatto con i virus, sviluppandone gli anticorpi. I sintomi, in età adulta e anche nell’infanzia, sono simili a quelli dell’influenza o della mononucleosi e non comportano problemi particolari. Il virus è però molto pericoloso quando viene contratto dal feto, durante la gravidanza. In questo caso si parla di citomegalovirus congenito, che rappresenta un significativo fattore di rischio per l’ aborto spontaneo, e per una serie conseguenze a carico del feto: ritardo dello sviluppo, sordità e perdita della vista.

Purtroppo però solo il 13% delle donne è a conoscenza di questo importante rischio, nonostante l’infezione congenita da citomegalovirus colpisca più bambini della sindrome di Down. Il virus viene trasmesso attraverso il contatto con i fluidi corporei e il contagio si può prevenire utilizzando delle semplici norme igieniche. Molte donne contraggono l’infezione attraverso il contatto con i figli piccoli, per questo attualmente l’American College di Obstetricians and Gynecologists (ACOG) raccomanda che coloro che si trovino a stretto contatto con bambini piccoli (madri o lavoratori diurni) vengano educate in tal senso. E’ importante ad esempio lavarsi le mani dopo aver cambiato un pannolino e non si devono condividere utensili o alimenti con i bambini piccoli. Si tratta di regole semplici che, pur non eliminando del tutto il rischio, possono ridurlo.

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Nel caso in cui la madre abbia già contratto il virus esistono dei trattamenti in grado di prevenire la trasmissione materno-fetale, come le immunoglobuline CMV-specifiche. Studi preliminari suggeriscono infatti che il trattamento con immunoglobuline dopo una infezione materna primaria documentata può ridurre il rischio di infezioni congenite.
Per ulteriori informazioni potete consultare il sito dell‘Osservatorio malattie rare .

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