Sfogliando il notiziario delle Federazione italiana Alzheimer, la mia attenzione è stata catturata da una notizia. A Imola si sta portando avanti un progetto che prevede l’acquisto di cornici digitali per stimolare attraverso le foto le risorse mnesiche residue e recuperare esperienze emotivamente piacevoli degli anziani malati. Sì proprio quelle cornicette che oramai si trovano a vari prezzi.
Secondo gli operatori della Centro Alzheimer Casa Cassiano Tozzoli questo procedimento facilita il recupero dei ricordi dei malati; fornisce spunti per la conversazione e consente ai familiari di recuperare una parte del loro passato. Meno di cento euro per restituire a una persona i suoi ricordi. Sì i ricordi, da quanto non sfogliamo un album? Personalmente non lo faccio da quando è arrivato il digitale che mi permette di mitragliare migliaia di foto che poi forse non rivedrò mai. Troppo noioso accendere il computer anche la sera – dopo averci passato già tutto la giornata al lavoro.
Eppure i ricordi sono quei pezzetti di noi sparsi del tempo, pezzetti di un puzzle che ci permette di essere quello che siamo. Ci permettono una pausa con noi stessi, ci consentono di ricostruire un percorso intimo, familiare, solo nostro e del nostro nucleo. La prima comunione, la prima fidanzatina con il timido bacio sulla guancia, il motorino, la maturità, la prima vacanza da soli e via. Ricordi belli, ricordi brutti che mi raccontano chi sono oggi. E che mi servono nei momenti bui per ripartire.