Disabili

L’indifferenza e l’ignoranza verso le fragilità mentali

Oggi vi posto una lettera che mi è stata inviata dopo la mia presenza a Domenica In - così è la vita con Lorella Cuccarini di domenica 29 aprile. Lascio a voi i commentiSono un disabile mentale (schizofrenia, n.d.r) che curo da tanti anni con i neurolettici. Si accorgono di noi solo quando lanciamo qualcosa contro il Presidente del Consiglio o facciamo cadere il Papa. Nessuno fa niente per quelli come me. Pensano solo a sedarci e a rinchiuderci.

Oggi vi posto una lettera che mi è stata inviata dopo la mia presenza a Domenica In – così è la vita con Lorella Cuccarini di domenica 29 aprile. Lascio a voi i commenti

Sono un disabile mentale (schizofrenia, n.d.r) che curo da tanti anni con i neurolettici. Si accorgono di noi solo quando lanciamo qualcosa contro il Presidente del Consiglio o facciamo cadere il Papa. Nessuno fa niente per quelli come me. Pensano solo a sedarci e a rinchiuderci.

Gruppo San Donato

Anche noi abbiamo diritto a una vita dignitosa. A un lavoro rispettabile o a un vero sussidio economico per chi ha perso le capacità lavorative. A delle cure migliori senza tutti questi effetti collaterali. Dormo dodici ore al giorno. Sono sempre debole, stanco e confuso. Sono ingrassato di circa quaranta Kg. La mia vista è peggiorata molto. Soffro di alterazione della temperatura corporea. Non percepisco il sapore del cibo. Ho perso la memoria. Non riesco più a fare attività fisica, a studiare, a lavorare. E anche altri problemi minori tipo scialorrea o secchezza delle fauci.

Per noi i diritti e la libertà sono un utopia. Nella carta abbiamo tanti diritti ma poi nella realtà non vengono applicati e i medici e la famiglia possono fare di noi quello che vogliono. E a volte quello che vuole la famiglia non è ciò che è meglio per me, ma cosa vogliono loro da me, cosa si aspettano da me. Possono andare contro la mia volontà, anche quando la volontà non è influenzata dalla malattia, non è una volontà schizofrenica. La psichiatria moderna ha tanti mezzi di terapia, ma spesso vengono usati male.

L’uso dei media da parte della psichiatria invece di diventare un valido supporto mi esclude da quell’informazione libera che serviva per la mia crescita personale. Nessuno ci vuole, nessuno ci aiuta, anzi ci maltrattano continuamente. Oltre agli effetti collaterali dei farmaci dobbiamo subire anche l’emarginazione sociale. È impossibile creare un rapporto di amicizia basato sulle bugie che mi dicono perché pensano che non sono in grado di capire in quanto malato. E per le donne non esisto.

L’amicizia uomo-donna non esiste. E la sessualità per me rimane un tabù. Oltre alla malattia mentale ho seri problemi all’apparato genitale. E quell’affettività che poteva essere un valido aiuto per la mia disabilità diventa un altro problema. Altre vie alla sessualità per me sono da considerarsi escluse, in quanto posso definire i componenti della mia famiglia come “estremisti cattolici”. Quando mi sono ammalato, tutte le persone che conoscevo hanno cambiato il modo di rapportarsi con me. Questo mi ha fatto sentire più solo e incompreso. Come se la malattia fosse diventato un filtro che mi dividesse dal resto del mondo. Gli altri di colpo hanno perso la sincerità e la spontaneità nei miei confronti.

Molto spesso sono le persone sane a mettersi delle paranoie nei miei confronti. Se dico così lo faccio contento, se gli dico un altra cosa sta male. Oppure tendono a darmi sempre ragione perché mi ritengono troppo fragile per sopportare un opinione contraria. Altri ancora considerano la malattia come una colpa. E ti escludono direttamente perché ti ritengono troppo stupido rispetto al loro stare bene. Io ad esempio mi trovo meglio con le persone che hanno problemi simili ai miei, anche quando non vado d’accordo con loro. Mentre con le altre malattie tutti i tuoi famigliari e i tuoi amici ti stanno vicino e ti fanno sentire il loro affetto, con questo tipo di patologie, devi nasconderti, non devi parlarne con nessuno, quasi come fosse una vergogna.

Se mai, dovrebbe essere la società a vergognarsi di come ci tratta ancora oggi. Dalla legge Basaglia tante cose sono state fatte, ma rimangono da fare lo stesso tantissimi passi in avanti per il nostro pieno inserimento nella società. Ci sono ancora delle invisibili “barriere mentali” presenti nella mente delle persone sane che ci dividono dal resto del mondo. Rimangono vivi ancora tantissimi pregiudizi. Scusate se è una lettera abbastanza personale.

Roberto

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