Disabili

Le storie di Gitando

C’è chi si ferma ai banconi a curiosare o a prendere una brochure, chi fa una sosta a spizzicare un bocconcino agli stand regionali, chi ancora osserva le carrozzine e gli ausili e chiede informazioni. Le fiere sono questo: persone che incontrano persone per uno scambio di conoscenze. Ma Gitando, la fiera vicentina del turismo accessibile che si è chiusa domenica 24 con 30 mila visite (+20% rispetto all’anno passato) per me ha un “sapore” diverso. Mi sento a casa. Sarà forse perché ogni volta ritrovo i volti amici di Roberto Vitali, motore di questa manifestazione, che dallo stand di Village For All controlla tutto, di Antonella Ferrani (LEGGI UN SUO POST SULLA LEGITTIMA VOGLIA DI MATERNITA’), madrina di Gitando, che con le sue stampelle aerografate saltella da un padiglione all’altro - spesso per inseguire il cagnolino di nome Grisù, o il viso sorridente e aperto di Andrea Stella (LEGGI IL SUO POST VELISTI NON PER CASO MA PER VINCERE), il velista più pazzerello che conosca.

C’è chi si ferma ai banconi a curiosare o a prendere una brochure, chi fa una sosta a spizzicare un bocconcino agli stand regionali, chi ancora osserva le carrozzine e gli ausili e chiede informazioni. Le fiere sono questo: persone che incontrano persone per uno scambio di conoscenze. Ma Gitando, la fiera vicentina del turismo accessibile che si è chiusa domenica 24 con 30 mila visite (+20% rispetto all’anno passato) per me ha un “sapore” diverso. Mi sento a casa. Sarà forse perché ogni volta ritrovo i volti amici di Roberto Vitali, motore di questa manifestazione, che dallo stand di Village For All controlla tutto, di Antonella Ferrani (LEGGI UN SUO POST SULLA LEGITTIMA VOGLIA DI MATERNITA’), madrina di Gitando, che con le sue stampelle aerografate saltella da un padiglione all’altro – spesso per inseguire il cagnolino di nome Grisù, o il viso sorridente e aperto di Andrea Stella (LEGGI IL SUO POST VELISTI NON PER CASO MA PER VINCERE), il velista più pazzerello che conosca.

Ma non credo sia solo per questo. Forse mi piace perché ogni volta torno a casa con il taccuino mentale pieno di nuove storie da raccontare. Ed ecco Fabrizio Marta, in arte Rotex, che ha concluso il suo viaggio su e giù per il Belpaese e che dal palco racconta come, nell’Italia dei mille campanili, si possa vivere la disabilità con normalità. Dietro di lui, sul grande schermo, scorrono le immagini di chi con una disabilità e lontano dal clamore mediatico vive la propria quotidianità fatta di piccole vittorie. Non c’è eroismo nella disabilità, ma solo piccole o grandi conquiste quotidiane. Ecco spiegata la normalità, di cui parla Marta.

Vittorie che però possono trasformarsi in sconfitte se la burocrazia ci mette il naso. Mauro Bernardi un ragazzo di Albino (Bergamo), divenuto disabile nel 2005 a causa di un grave incidente stradale, potrebbe essere il primo maestro di monosci con disabilità. Ha superato il corso di 800 ore e le varie prove, ma lo ha dovuto fare sotto l’egida della Federazione Sport Invernali di San Marino. Non in Italia, dove per legge, è necessario un “certificato di sana e robusta costituzione” per conseguire il patentino di maestro di sci. Ora Mauro sta cercando di farsi riconoscere il ruolo in Italia. Il che significherebbe anche ritornare a lavorare e non pesare sullo Stato con la pensione d’invalidità. Nella sua battaglia Mauro è spalleggiato da un gruppo molto unito di ragazzi che fanno parte della scuola di sci di Folgaria (Tn), Scie di passione. Questo gruppetto di ragazzi ha deciso di trasformare il comprensorio di Folgaria in una luogo aperto allo sci per disabilità tanto che quest’anno, accanto ai corsi di sci per persone con disabilità, hanno invidividuato nove rifugi privi di barriere architettoniche, li hanno dotati di carrozzine da tenere durante l’inverno e di cartellonistica ad hoc. Gli sciatori con disabilità, così potranno lasciare il monosci e ristorarsi all’interno dei rifugi anche a metà giornata.

Gruppo San Donato

Dalla montagna al mare. Un’altra iniziativa a mio avviso da non perdere è firmata da Lo spirito di Stella. Tornano a partire da Maggio i saling campus, cinque appuntamenti di tre giorni ciascuno per imparare ad andare in barca a vela. Chi vuole farsi un idea di cosa si tratta può fare un salto all’ open day organizzato da Easy Action l’11 maggio a Trieste. L’idea è quella di cercare di portare in mare veramente tutti: il tipo di imbarcazione utilizzata , lo Skudd, infatti può essere dotata di servocomandi tali da renderla manovrabile anche a tetraplegici. «In Australia, luogo da cui vengono importati gli skudd», racconta Andrea Stella, «hanno studiato un meccanismo che permette anche a chi non si muove di comandare la barca con il respiro. Per noi è un po’ prematuro, ma stiamo cercando di portare in Italia almeno un’imbarcazione con questo sistema». E conoscendo Andrea sono sicuro che ci riuscirà. Così come sono convinto – e questa volta vi regalo una piccola indiscrezione – che Andrea coronerà un altro suo sogno. Nel cassetto della sua scrivania è rimasto un progetto: una crociera di 18 mesi intorno al mondo realizzata da 10 equipaggi, sei persone di cui tre con disabilità varie – che si daranno il cambio durante il tragitto. Mancano i fondi. Quindi chi ha voglia di contribuire a questa che sarebbe la prima crociera intorno al mondo con disabilità di faccia avanti.

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