Disabili

La carrozzina che si controllerà con il pensiero

La robotica applicata alla disabilità non è certo una novità, nuovi però sono i risultati e i prodotti come Roby Wheel Chair, la carrozzina con sensori e guida computerizzata. L’iniziativa di matrice italiana sviluppata da un team del Politecnico di Milano, guidato dal professore Andrea Bonarini, ha già vinto il primo premio all’Italian Round della Global social venture competition e il premio D’Auria, per progetti e prototipi di dispositivi meccatronici innovativi di ausilio a disabili motori, assegnato dalla Società Italiana di Robotica Industriale (SIRI). Roby Wheel Chair sarà presentato alla conferenza Fuori posto il prossimo 24 novembre al Lingotto di Torino durante la manifestazione Restructura.

La robotica applicata alla disabilità non è certo una novità, nuovi però sono i risultati e i prodotti come Roby Wheel Chair, la carrozzina con sensori e guida computerizzata. L’iniziativa di matrice italiana sviluppata da un team del Politecnico di Milano, guidato dal professore Andrea Bonarini, ha già vinto il primo premio all’Italian Round della Global social venture competition e il premio D’Auria, per progetti e prototipi di dispositivi meccatronici innovativi di ausilio a disabili motori, assegnato dalla Società Italiana di Robotica Industriale (SIRI). Roby Wheel Chair sarà presentato alla conferenza Fuori posto il prossimo 24 novembre al Lingotto di Torino durante la manifestazione Restructura.

«Le carrozzine utilizzate per far muovere le persone con disabilità gravi sono comandate da un joystick, anche a controllo visuale, collegato al motore elettrico», spiega Bonarini. «Noi abbiamo pensato di aggiungere un computer che governi gli spostamenti, dei sensori che permettano di muoversi all’interno di un ambiente chiuso in autonomia e una telecamera che “legga” gli ambienti in cui la persona si trova».

Il computer in pratica funge da navigatore e segue una mappa autocostruita della casa o della struttura ospedaliera in cui il disabile vive. «Ma non solo, abbiamo messo a punto una modalità di selezione dei percorsi visuale: su uno schermo visualizziamo le foto degli ambienti – la cucina, il bagno, il letto – o della azioni da compiere – destra, sinistra, indietro…», illustra Andrea Bonarini docente del Politecnico a capo del progetto. «Grazie a sensori che interpretano i movimenti mandibolari o oculari, è possibile poi selezionare una tra queste foto fornendo il comando al pc di recarsi nel luogo prescelto. Il computer sceglierà il percorso migliore per giungere a destinazione evitando gli ostacoli».

Alcuni prototipi sono già stati testati con disabili motori e funzionano perfettamente il che fa pensare che non sia lontana nemmeno la fase di industrializzazione del progetto: «abbiamo avuto contratti preliminari con venture capitalist potenzialmente interessati a finanziare la carrozzina e c’è una realtà industriale, che opera in ambito aerospaziale, interessata a realizzare la tecnologia e il software».

Tra creazione dei prototipi, test e certificazione prima che Roby Wheel Chair sia messa in commercio trascorreranno comunque almeno due anni, ma nel frattempo si lavora a qualcosa di ancora più sorprendente: la possibilità di controllare il movimento con il pensiero. I primi test del Brain Computer Interface (l’intefaccia che permette di comandare Roby wheel chair con il pensiero) su malati di Sla stanno dando buoni risultati. «Grazie all’elettroencefalogramma possiamo individuare una particolare onda prodotta dal cervello – chiamiamola di soddisfazione delle aspettative (in gergo tecnico l’onda si chiama P300).

Si può istruire il computer ad interpretare questa onda come un comando», conclude il docente del Politecnico, «immaginate che su uno schermo della carrozzina elettrica scorrano le foto delle stanze in cui ci si può recare: nel momento in cui viene visualizzata la stanza desiderata è sufficiente che il cervello emetta quella particolare onda per comandare alla carrozzina di muoversi».
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