Finalmente un’analisi seria e ricca di dati e numeri concreti. Il tam tam dei media sui costi sociali degli invalidi aveva trasformato i disabili in uno dei capri espiatori dell’impennata dei costi e delle spese dello Stato. L’assioma “crescita delle spese per l’invalidità=adulti che si fingono disabili” ha spinto molti a guardare con occhio fin troppo critico il mondo della disabilità. L’articolo del Sole 24 ore mette in mostra un’altra faccia di questo spreco di soldi pubblici.
«I dati raccolti nei controlli dell’Inps mostrano che riceve prestazioni d’invalidità civile senza averne diritto circa il 4% dei beneficiari», scrive Gori sul Sole. «Sono frodi da combattere, ma si tratta di una percentuale di utenza limitata e inferiore a quella di tanti altri settori. Ad esempio, in sanità ben più del 4% dei pazienti subisce operazioni non necessarie e pure superiore è la percentuale di famiglie di evasori fiscali esenti dalla retta degli asili poiché figurano a basso reddito».
Dati alla mano allora perché quella contro i falsi invalidi è diventata la principale battaglia per la moralizzazione del welfare italiano? I dati diffusi all’inizio dell’anno passato vedevano una crescita delle spese legate all’invalidità, pensione più assegno di accompagnamento, esplodere dagli 11 miliardi del 2002 ai 17 del 2010. Facile quindi utilizzare questi dati come clava. Ma un ragionamento più articolato avrebbe dimostrato che la ragione di questo incremento risiedeva anche in un fattore nuovo: l’ingresso nelle famiglie delle badanti.
«L’aumento della spesa per l’invalidità si suddivide in: 681 milioni di euro per le pensioni e 5.487 milioni per l’indennità di accompagnamento. A trainarlo è stata l’impennata dell’utenza anziana dell’indennità: le persone con almeno 65 anni che la ricevono sono passate dal 6% del totale (2002) al 9,5% (2009). Inoltre, oggi tre beneficiari dell’accompagnamento su quattro sono anziani e la metà ha almeno 80 anni», spiega Gori. «Lo scorso decennio ha visto in Italia l’impetuosa diffusione delle badanti. Davanti alle sempre più pressanti esigenze di assistenza agli anziani e alla scarsità di servizi pubblici, a loro si sono rivolte tante famiglie. Queste ultime hanno cercato un contributo economico pubblico che potesse aiutarle a remunerare le badanti e l’hanno trovato nell’indennità, senza la quale per molte famiglie sarebbe stato difficile – o impossibile – pagarle. L’invecchiamento della popolazione e l’espansione delle badanti costituiscono le principali cause del boom della spesa per l’invalidità civile ma tali fenomeni non sono stati presi in considerazione dai decisori».
Ora però il danno è fatto, sull’onda dello sdegno pubblico, non si è intervenuti solo nella giustissima caccia ai falsi invalidi, a quei furbetti che frodavano l’Italia e i disabili stessi appropriandosi di somme che sarebbero state utili per offrire più servizi a chi ne aveva realmente bisogno. Ma si è trovata una scusa per intervenire sullo stato sociale con tagli lineari indiscriminati. Inoltre come conclude Gori: «il mondo della disabilità è stato dipinto come poco chiaro e contraddistinto da abusi, trasmettendo l’idea che il suo problema non siano le mancanze del welfare – di cui non si parla, come se non esistessero – ma solo le irregolarità. Nel complesso, si è costruito un muro di sospetto e diffidenza verso tutto ciò che riguarda tale condizione».