Disabili

Disabile al lavoro? No grazie!

Dopo tanti articoli sulle opportunità di lavoro è bene confrontarsi con la realtà dei fatti. Ovvero che per i disabili c'è poco posto... di lavoro. Ecco la lettera di una ragazza laureata che racconta la sua esperienza.   Questa è la risposta che, seppur implicitamente viene data a chi come me, laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti, cerca ancora (a distanza di ben 5 anni dalla laurea) un lavoro.

Dopo tanti articoli sulle opportunità di lavoro è bene confrontarsi con la realtà dei fatti. Ovvero che per i disabili c’è poco posto… di lavoro. Ecco la lettera di una ragazza laureata che racconta la sua esperienza.

 

Questa è la risposta che, seppur implicitamente viene data a chi come me, laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti, cerca ancora (a distanza di ben 5 anni dalla laurea) un lavoro.

Gruppo San Donato

La mia storia inizia su una sedia rotelle a causa di una tetraparesi post parto che, però grazie all’aiuto della mia famiglia e alla mia determinazione, non mi impedisce di condurre una vita normale fatta di affetti, amici e divertimento. Tale normalità caratterizza anche i miei studi, infatti dopo aver frequentato uno dei diversi istituti tecnici commerciali della mia città ed essermi diplomata, decido di iscrivermi presso l’università di Cosenza che dista da casa mia pochi minuti.

Dell’esperienza universitaria conservo bellissimi ricordi fatti di lotte vinte per l’abbattimento delle barriere architettoniche ma anche di rapporti affettivi nati tra una lezione e l’altra che durano ancora nonostante sia passati diversi anni. L’università è stata per me quasi una “culla” dalle diverse sfumature dettate da problemi di accesso di luoghi mai insormontabili.

Il vero scontro con la realtà, si è verificato subito dopo aver conseguito il tanto sospirato titolo di studio, quando ben contenta e soddisfatta del sogno realizzato ho iniziato a cercare lavoro. Ahimè… è stato l’inizio di una serie di no detti e non detti che, finalmente mi ha condotto in uno studio accessibile dove, per 2 anni, e in un ambiente del tutto sereno, ho svolto la pratica forense.

Il vero nodo è stato rappresentato in primo luogo, dalla mancata accessibilità dei luoghi esterni allo studio in cui dovevo recarmi per svolgere la pratica che mi avrebbe consentito, trascorso il periodo di formazione, di accedere all’esame di abilitazione per avvocato.

Inoltre c’è da dire che, nel frattempo in cui facevo la pratica, l’animo ambizioso che mi contraddistingue, mi incitava a partecipare a vari concorsi indetti sul territorio in cui vivo anche se sempre con esito negativo. Stesso scenario per quanto riguarda i colloqui di lavoro che, già al primo impatto con la carrozzina facevano sospettare una risposta scontata.

E’ questa la realtà di una ragazza disabile che a quasi trent’anni e con una laurea a pieni voti in mano, pur cercando di farsi strada nel mondo del lavoro, incontra grossi limiti che risiedono negli occhi di chi non guarda alla persona ed alle sue capacità ma, solo alle quattro ruote della carrozzina sulla quale siede quotidianamente.
Annamaria.

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