Non è poi così difficile immaginare che, per l’ennesima volta, a pagare dazio per le sconsideratezze economiche del passato siano le classi sociali più svantaggiate. E tra queste gli svantaggiati tra gli svantaggiati: anziani e disabili. Non è normale. In altri Paesi non accadrebbe. Ma l’Italia non è un Paese normale. Ci sono politici che considerano l’assistenza sanitaria dei disabili una follia, una spesa inutile. E i risultati si vedono.
Prendo alcuni spunti dall’articolo apparso oggi sul Corriere della Sera che con grande precisione fa il punto sulla Legge di stabilità finanziaria entrata in vigore a metà luglio. Cito testualmente: «minori detrazioni per spese mediche e farmaci, ma anche per l’infermiere a domicilio, la badante o l’acquisto di protesi e ausili» Come se queste fossero un optional, un lusso, cose a cui si può rinunciare.
Figurarsi come abbiamo fatto a non pensarci noi comuni mortali: quale amputato – nella sua fantasia – non vorrebbe liberarsi della protesi? Quale carrozzato non sognerebbe di alzarsi e camminare, abbandonando al suo triste destino la carrozzina che gli fa da fedele compagno per la vita? Ecco i sogni sono stati realizzati per legge. Da qualche giorno disporre di un ausilio che – ricordo a chi fosse lontano dalla disabilità serve spesso per vivere o sopravvivere – diventa un lusso. E chissenefrega se quell’anziano non autosufficiente languirà dimenticato o peggio morirà per la mancanza di assistenza.
Non si tratta di un nuovo vestito o di un nuovo telefonino, si parla di medicine, farmaci, protesi. Si parla di assistenza infermieristica e badanti per persone che non sono autosufficienti. Altro che auto blu, perché non regaliamo ad ogni parlamentare una bella carrozzina per capire cosa è realmente necessario per vivere?