Questa sedia con le ruote non è più un oggetto che spaventa ed allontana riservato a persone con disabilità motorie, come lo sono le sedie a rotelle che ci accompagnano nella nostra vita di disabili, ma è un mezzo di trasporto (ha autonomia per una quarantina di chilometri e può raggiungere i 20 km orari, anche se è autolimitata a 6 per accedere alle zone pedonali) che piace anche ai bipedi. Nel breve giro milanese infatti mi sono accorto di come avessi gli occhi puntati addosso. E non si tratta dei soliti sguardi frutto di una curiosità mista a pietismo, ma qualcosa di più simile ad un’invidia. Quasi ne volessero una anche loro. Si tratta infatti di un oggetto cool, che fa tendenza. Difficile a crederlo ma è realmente così. Non viene infatti avvertita come una carrozzina elettrica ma come un mezzo di trasporto innovativo. Mi ricorda quei prototipi di mobilità futuristica proposti da diverse case automobilistiche come per esempio la Toyota.
Curiosi di sapere come funziona? Un sistema di 5 giroscopi e sensori che misurano 100 volte al secondo la posizione sugli assi permette alla sedia di autobilanciarsi e di rimanere perfettamente stabile anche su due ruote. E’ sufficiente il movimento del corpo in avanti o indietro per ordinare alla Genny di avviarsi o retrocedere: maggiore è il movimento, maggiore sarà la risposta di questo biruota (se le ruote non fossero parallele, ma una davanti all’altra, mi ricorderebbe la mia moto). Il joystick invece serve curvare. E’ il principio del Segway, ma Badano ha studiato una serie di funzioni più adatte a chi vive seduto: dal sedile ergonomico che si accorge se il passeggero è presente o meno a una sorta di cavalletto che la rende stabile durante il passaggio. Non resta che dire se è sicura o meno. Beh cadere non si cade, sempre che non si tenti di farci un fuoristrada spinto o si scendano più gradini contemporaneamente.