Il tumore dell’ovaio, che stando ai dati diffusi dall’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro colpisce più di 5000 donne italiane ogni anno, si sviluppa nei due piccoli organi posizionati alla destra e alla sinistra dell’utero, con la funzione di produrre gli ormoni sessuali femminili e le cellule riproduttive, cioè gli ovociti. Purtroppo questa neoplasia viene scoperta in fase già avanzata perché i sintomi, che si manifestano tardivamente, non sono specifici e possono essere confusi per disturbi digestivi o gastrointestinali.
L’importanza della diagnosi precoce
Quando il tumore è diagnosticato in uno stadio iniziale ed è ancora confinato alle ovaie, il 90% delle pazienti ha infatti probabilità di sopravvivere per più di 5 anni. Se la diagnosi viene fatta in stadio avanzato, le possibilità diminuiscono drasticamente, riducendosi fino al 27%. Prevenzione e diagnosi precoce, insomma, sono sempre le parole chiave. Ma quali sono i sintomi che possono trarre in inganno?
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Gonfiore persistente
Questo è uno dei principali sintomi, ma anche il più sottovalutato. Del resto possono essere decine le ragioni per cui si abbia gonfiore addominale. In questo caso il disturbo dev’essere costante. Spesso, in presenza di un tumore dell’ovaio, è possibile che il gonfiore si associ anche a dolore addominale o pelvico, anch’esso persistente.
Sentirsi sazie velocemente
IN caso di cancro all’ovaio è possibile sentirsi sazie velocemente o, addirittura, prima ancora di ingerire del cibo. Al contrario, può capitare anche di perdere completamente l’appetito.
Urgenza di fare pipì e problemi intestinali
Altri disturbi aspecifici sono l’urgenza di fare pipì e lo squilibrio della flora intestinale, che si manifesta con la dissenteria o con la stitichezza. In entrambi i casi il problema perdura nel tempo e non è episodico.
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Estremo affaticamento e perdita di peso
La spossatezza e l’affaticamento senza motivi scatenanti sono una spia del tumore all’ovaio, così come la perdita di peso senza motivo.
Perdite dopo la menopausa
Attenzione ai sanguinamenti nel periodo post-menopausa: bisogna sempre parlarne con il proprio ginecologo, il quale indagherà le cause del disturbo.
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