Sappiate che quando vi riposate dopo l’allenamento, ci sono ben 3.000 geni del vostro Dna che invece iniziano a lavorare. Lo fanno per aiutarvi a recuperare dopo lo sforzo fisico: ristrutturano i muscoli, li aiutano a ricaricarsi e rilassano le pareti dei vasi sanguigni per abbassare la pressione. Ma se nel corpo circolano alti livelli di antistaminici, quasi il 27% di questi geni viene silenziato, con effetti ancora tutti da scoprire. Lo hanno verificato i ricercatori dell’Università dell’Oregon, con un esperimento pubblicato su Journal of Physiology che apre le porte ad un nuovo dubbio: sarà necessario rivedere le dosi degli antistaminici per gli sportivi?
La domanda è sorta mettendo sotto osservazione 16 giovani sportivi (dieci uomini e sei donne tra i 23 e i 25 anni), otto dei quali avevano ricevuto dosi molto elevate di antistaminici (pari a tre volte quelle normalmente raccomandate nei farmaci da banco). I ricercatori hanno analizzato la loro condizione fisica prima, durante e dopo un allenamento di circa un’ora, valutando non solo i parametri fisici (come pressione arteriosa e frequenza cardiaca), ma eseguendo anche delle piccole biopsie dei muscoli per valutare come cambiavano nel tempo le molecole presenti nelle cellule.
Dai risultati è emerso che gli antistaminici influiscono sull’espressione di quasi 800 geni del Dna durante la fase di recupero dallo sforzo, riducendone l’attività nelle tre ore successive all’allenamento.
«Siamo abituati a pensare all’istamina come ad una sostanza dannosa, spesso associata con le allergie stagionali, ma in realtà – spiega il coordinatore dello studio, Steven A. Romero – si tratta di una molecola molto importante che contribuisce ogni giorno alla nostra risposta allo sforzo fisico». Inibirla con alte dosi di antistaminico potrebbe avere delle conseguenze, ma questo è ancora tutto da capire. «Nella fisiologia umana i sistemi sono spesso ridondanti, dunque non mi stupirei se dovessi scoprire che il blocco dei recettori per l’istamina viene poi compensato in qualche altro modo», specifica Romero. E’ quindi ancora troppo presto per affermare che gli sportivi debbano evitare o ridurre gli antistaminici: per fare luce sulla questione, conclude il ricercatore, «serviranno nuovi studi».
di Elisa Buson
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