Salute

Quanti minuti al sole per fare scorta di vitamina D?

Esporsi al sole è necessario in ogni stagione perché è così che possiamo fare il pieno della vitamina D, fondamentale per il nostro benessere. Ecco per quanti minuti esporci a seconda del periodo dell'anno

Il sole fa bene alle ossa, il sole fa male alla pelle. Ecco due dati di fatto che sembrano apparentemente inconciliabili. Se da un lato l’esposizione alla luce del sole aiuta il nostro organismo a produrre vitamina D, preziosa per rinforzare le ossa e il sistema immunitario, dall’altro lato invecchia le cellule della pelle favorendo il melanoma. Insomma, qual è il giusto rapporto tra sole e vitamina D?

Sole e vitamina D: come prendere solo i vantaggi?

A dare una chiara indicazione ci pensano i ricercatori dell’Università Politecnico di Valencia, in Spagna. Gli esperti hanno provato a stimare esattamente i minuti di esposizione che permettono di fare scorta di vitamina D senza rischiare pericolose scottature.

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Vitamina D: ecco quanti minuti esporci

Raggiungere la dose quotidiana raccomandata di vitamina D è particolarmente difficile in inverno, quando abiti e cappotti nascondono il 90% della nostra pelle e gli stessi raggi UV sono più deboli. A metà gennaio, ad esempio, bisognerebbe stare al sole per ben 130 minuti. Non tutti hanno la possibilità di stare all’aria aperta così tanto, dunque è spesso necessario ricorrere agli integratori.

La “mission” è un po’ meno “impossible” nella bella stagione: da aprile a luglio, con il 25% del corpo esposto, bastano appena 10 minuti. In autunno i tempi si allungano: nel mese di ottobre, ad esempio, servirebbe una mezz’oretta di sole.

Sole e vitamina D: lo studio

Il minutaggio è stato calcolato in base alla stagione e alla percentuale di pelle esposta, prendendo in considerazione una persona con fototipo 3 (con pelle chiara, occhi e capelli castani) esposta alle nostre latitudini (Qui puoi scoprire di che fototipo sei). I ricercatori hanno infatti stimato l’esposizione alla radiazione ultravioletta che si ha nella città di Valencia tra le ore 12:30 e le 13:30 nelle varie stagioni dell’anno, e in base a questi dati hanno calcolato la tempistica ideale per chi vuole crogiolarsi al sole.

I risultati 

I risultati, pubblicati sulla rivista Science of the Total Environment, sono ovviamente delle indicazioni di massima da prendere con le pinze: i minuti andrebbero infatti adattati alla propria carnagione e alle condizioni climatiche dei giorni in cui intendiamo esporci. Anche l’età influisce: basti pensare che un adulto di mezza età ha una capacità di produrre vitamina D che è dimezzata rispetto ai bambini.

Rischio eritema

Prima regola per esporsi al sole: evitare scottature. In questo caso il minutaggio per l’esposizione varia notevolmente a seconda della stagione: a luglio, un individuo con fototipo 3 non dovrebbe passare al sole più di 29 minuti, mentre al freddo sole di gennaio può rimanere fino a 150 minuti.

Occhio all’orologio e alla stagione 

Va detto che non tutti possiamo esporci nelle ore centrali della giornata: spesso è più facile avere il tempo per una passeggiata al mattino o nel pomeriggio. In questi casi, le tempistiche vanno riviste, perché ovviamente cambia la quantità di raggi UV.

In inverno 

Partiamo dall’inverno: il sole delle 10 del mattino è talmente debole che in un’ora di esposizione si produce un decimo della vitamina D giornaliera, mentre alle ore 16 se ne produce quasi un sesto.

In estate

Se nella bella stagione vogliamo uscire di casa un po’ più tardi, magari per evitare il caldo, dobbiamo sapere che tra le 15 e le 17 bastano 20 minuti di esposizione per accumulare la quantità raccomandata di vitamina D.

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