Salute

Nuove armi contro il tumore del colon-retto

Uno speciale endomicroscopio a laser e un vaccino terapeutico in fase di sperimentazione

Il tumore del colon-retto è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste questo tratto dell’intestino.
Nei Paesi occidentali rappresenta il terzo tumore maligno per incidenza e mortalità, dopo quello della mammella nella donna e quello del polmone nell’uomo. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento del numero di tumori del colon-retto, ma anche a una diminuzione della mortalità, attribuibile anche alla diagnosi precoce.

La diagnosi precoce
Consente la guarigione a circa il 60% dei 38mila pazienti italiani con questo tipo di cancro. «Di norma si consiglia una colonscopia dopo i 50, da ripetere dopo dieci anni se non emergono problemi», dice Enrico Ricci, presidente nazionale della Società italiana di endoscopia digestiva. «È un test che individua molte lesioni precancerose: viene eseguito introducendo una sonda nel retto e viene ben tollerato se condotto da mani esperte, sotto sedazione. Più semplice la ricerca del sangue occulto nelle feci (che, però, rivela lesioni tumorali già in corso), da fare con cadenza biennale fra i 50 e i 70 anni. Le più recenti linee guida internazionali la consigliano e diverse Regioni hanno avviato campagne preventive gratuite».

Gruppo San Donato

Un nuovo strumento
Si chiama endomicroscopio con laser confocale. «Rispetto alla colonscopia tradizionale, permette di ottenere immagini ingrandite mille volte», continua Ricci. «Un vantaggio enorme, perché consente di individuare, e asportare, nell’intestino, nell’esofago e nello stomaco, anche le più piccole lesioni della mucosa gastrointestinale (definite piatte), che sono l’anticamera del 40% dei tumori dell’apparato digestivo».
L’esame, rimborsato dal Servizio sanitario nazionale, è consigliato alle persone più a rischio. Al momento è in dotazione a tre ospedali italiani: Istituto europeo di oncologia di Milano (tel. 02.574891), Istituto oncologico veneto di Padova (tel. 049.8215773), Ospedale maggiore di Crema (tel. 0373.2801).

Il vaccino terapeutico
Un vaccino è allo studio, ed è da somministrare ai pazienti già colpiti dal tumore del colon. A questo stanno lavorando diverse équipe, tra cui quella di Ermanno Leo, direttore della struttura complessa di chirurgia colon rettale dell’Istituto nazionale tumori di Milano, che spiega: «Il vaccino cerca di fare in modo che il sistema immunitario riconosca una sostanza estranea (nel nostro caso, la proteina survivina), presente solo nelle cellule tumorali, e che sviluppi le difese per combatterla». La sperimentazione è in fase due.
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Ultimo aggiornamento: 25 ottobre 2010

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