Un disturbo visivo passeggero, un formicolio all’arto o una paresi temporanea della bocca sono i campanelli d’allarme di un TIA, cioè un attacco ischemico transitorio o mini ictus. Anche se si risolvono in poche ore, questi sintomi possono rappresentare l’anticamera di patologie neurologiche più serie, come l’ictus vero e proprio. Ma allora, come riconoscere un TIA e che cosa fare? Abbiamo approfondito l’argomento con la dottoressa Valeria Caso, prima italiana Presidente della più grande società scientifica europea dell’ictus, la European Stroke.
Spesso il TIA viene confuso per Eventi Neurologici Acuti Transitori, con i quali non hanno nulla a che fare. Sicuramente non sono mini-ictus eventi neurologici come un’amnesia o una vertigine isolata, la sincope o uno stato confusionale passeggero.
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TIA: che cos’è?
Il TIA è un disturbo neurologico transitorio, che può essere causato da un piccolo embolo, che poi si dissolve. Questo disturbo regredisce nel giro di poche ore, senza causare lesioni. Gli studi hanno evidenziato che dopo la comparsa di un TIA, a distanza di tre mesi, nel 12% dei casi non trattati si può verificare un ictus o un infarto del miocardio o un altro evento vascolare.
Quali sono i sintomi e le cause?
Il TIA ha lo stesso corredo sintomatologico e le stesse cause dell’ictus. Tra i fattori di rischio ci sono il restringimento della carotide (stenosi carotidea), la fibrillazione atriale, la pressione e il colesterolo alti e le malattie cardiovascolari.
Come si cura?
Per quanto riguarda le cure, la terapia farmacologica ha fatto passi da gigante negli ultimi vent’anni. Nel caso dei TIA si utilizza principalmente l’aspirina, come antiaggregante. In caso di ipertensione, si deve abbassare la pressione arteriosa. Il TIA su base cardioembolica si cura con gli anticoagulanti e quelli orali di nuova generazione sono molto efficaci.
Qual è la differenza con l’ictus vero e proprio?
L’ictus ischemico è un disturbo di circolazione del cervello, dovuto o a una chiusura o a una rottura di un vaso. Questa condizione causa una perdita di funzione del tessuto cerebrale, per cui improvvisamente il paziente non riesce più a muovere un braccio, a parlare o a stare in piedi. Può anche perdere la sensibilità a un arto o al campo visivo. Nei casi più gravi ha difficoltà di linguaggio e di pensiero. A differenza del TIA, l’ictus causa danni evidenti, parziali o totali, che perdurano nel tempo.
Si può avere un mini-ictus senza accorgersene?
Purtroppo sì. Il TIA ha sintomi che spesso sono sottovalutati dai pazienti. La scarsa mobilità di un braccio o la bocca leggermente storta, sono segnali che dovrebbero essere presi sul serio, anche se sono transitori. Il TIA è un’emergenza clinica perché può precedere un ictus vero e proprio.
Prevenzione del TIA: quali sono gli aspetti più trascurati?
La terapia farmacologica non è sufficiente, per quanto efficace; deve essere chiaro che l’80% è rappresentato dallo stile di vita del paziente. Gli errori più comuni sono il fumo, una dieta troppo ricca in grassi e soprattutto la scarsità di attività fisica. È sufficiente una camminata a passo veloce tutti i giorni, o comunque un movimento regolare, per ridurre in maniera esponenziale il rischio vascolare.
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