Mai sottovalutare il fegato grasso: con l’andare del tempo rischia di “contagiare” altri organi, perché produce una molecola “sabotatrice” che attraverso il circolo sanguigno va a danneggiare anche pancreas e reni, aprendo la strada a diabete e malattie cardiovascolari. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista Diabetologia dal Centro tedesco per la ricerca sul diabete (Dzd).
Un problema per tutto l’organismo
Il fegato grasso, quello dovuto ai chili di troppo e non all’abuso di alcolici, rappresenta un problema sempre più diffuso nei Paesi industrializzati. Da tempo si sa che oltre ad aumentare il rischio di patologie epatiche croniche (come la cirrosi e il tumore del fegato), può favorire anche l’insorgenza di malattie cardiovascolari e del diabete di tipo 2, ma finora nessuno era riuscito a svelare l’esatto meccanismo responsabile di queste conseguenze.
La proteina “sabotatrice”
Molte ricerche in passato hanno puntato il dito contro le secrezioni del fegato grasso, che riversa nel circolo sanguino una maggiore quantità di glucosio, grassi “cattivi” e una particolare molecola chiamata “fetuina-A”. Secondo l’ipotesi più accreditata, queste sostanze riescono a raggiungere vari organi, ma finora non era chiaro quali fossero quelli più a rischio e quali danni potesse causare soprattutto la fetuina-A.
Gli effetti sul pancreas
Attraverso esperimenti in provetta, i ricercatori tedeschi hanno dimostrato che questa molecola “sabotatrice” può interagire con le cellule grasse presenti nel pancreas, richiamando in loco alcune cellule del sistema immunitario che favoriscono una reazione infiammatoria. L’analisi di campioni di tessuto pancreatico prelevati da 200 pazienti a rischio diabete ha poi svelato che una simile degenerazione del grasso del pancreas si associa ad una riduzione della produzione di insulina che sregola i livelli di zuccheri nel sangue.
Le conseguenze su reni e vasi sanguigni
Non solo pancreas, però: la lunga ombra del fegato grasso si allunga anche sui vasi sanguigni e sui reni. La fetuina-A, infatti, va a danneggiare anche il tessuto grasso che li circonda: normalmente deputato alla rigenerazione, questo tessuto diventa così il focolaio di un’infiammazione che causa un declino della funzione renale, giocando un ruolo cruciale nell’insorgenza delle malattie cardiovascolari.
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