Il virus Varicella-Zoster, come tutti i virus erpetici, dopo l’infezione primaria (la varicella) può essere riattivato dando luogo a una recidiva (il Fuoco di Sant’Antonio o herpes zoster) a causa dell’abbassamento delle difese immunitarie, spesso collegato a una situazioni di stress o malattia.
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In gravidanza
A meno che una donna non abbia una calo effettivo delle sue difese immunitarie, la gravidanza di per sé non aumenta il rischio di riattivazione del virus. Tuttavia, se questo accade e la futura mamma è colpita da herpes zoster durante la dolce attesa, non ci sono effettivi rischi per il bambino. Il rischio di infezione del feto, infatti, è praticamente nullo, perché il bambino è protetto dagli anticorpi trasmessi dall’organismo materno.
Casi rari
Solo nel caso in cui l’infezione si localizza vicino al canale del parto e la donna partorisce per via vaginale proprio quando ha le vescicole, allora il bimbo può contagiarsi e prendere la varicella. Ma è un caso molto raro.
Se invece la mamma prende la varicella
Diversa la situazione se la futura mamma viene in contatto con il virus per la prima volta in gravidanza e quindi contrae non l’Herpes Zoster, ma la varicella. In questo caso possono esserci effetti negativi sul feto, come ci spiega nella videointervista Carlo Gelmetti, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Dermatologia Pediatrica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e Professore Ordinario dell’Università degli Studi di Milano.
Come curare l’Herpes Zoster in gravidanza
Per alleviare il fastidio delle lesioni si può applicare una crema antivirale. Contro il dolore, invece, si può assumere del paracetamolo, uno dei pochi farmaci ammessi durante la gravidanza. Se invece insorgono sovrinfezioni batteriche sarà il medico a valutare la necessità di somministrare farmaci antibiotici.
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