Fumo di terza mano: in pochi ne conoscono il significato, ma tutti ne sono esposti. Con fumo di terza mano si intendono tutti i residui, in gas e particelle, che rimangono sui capelli, sui vestiti e sulle superfici degli ambienti esposti al fumo. Questi residui non solo sono colpevoli del cattivo odore che caratterizza la aree adibite ai fumatori o una macchina in cui è stata appena spenta una sigaretta, ma fanno anche male alla salute.
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I danni del fumo di terza mano
Molti genitori pensano che fumare lontano dal proprio bambino non li esponga all’inalazione delle sostanze cancerogene derivanti dalla combustione di tabacco. In realtà, come dimostrato da uno studio pubblicato su Plos One e come sottolineato nella videointervista da Giulia Pasello, dirigente medico, UOC di Oncologia 2, Istituto Oncologico Veneto di Padova, il fumo di terza è dannoso tanto quanto il fumo diretto.
Molte le evidenze scientifiche
Sono ormai tanti gli istituti di ricerca che si sono occupati del fumo di terza mano e dei suoi rischi. Uno studio ha dimostrato con esami in laboratorio che la nicotina riesce a sintetizzare le nitrosamine quando entra in contatto con l’ossido nitroso. L’ossido nitroso, chiamato anche ossido di diazoto, arriva in gran parte dalle attività umane. Si trova praticamente ovunque, soprattutto nell’aria che respiriamo. Le nitrosamine sono molecole cancerogene indirette secondo quanto stabilito dalla IARC, l’agenzia per la ricerca sul cancro.
Quanto resiste il fumo di terza mano?
Il fumo di terza mano è particolarmente denso e resiste sulle superfici per un periodo che va dalle quattro alle sei ore. Si aggrappa però anche sui vestiti. È tipico l’odore di fumo che rimane sugli abiti infatti. Tracce rimangono anche sulle mani, sul viso, sui baffi e sulla barba.
Un esperimento dell’Università di Yale negli Stati Uniti ha dimostrato che teoricamente in una stanza si possa essere esposti alle sostanze chimiche del fumo di sigaretta anche se nessuno ci abbia fumato dentro. È sufficiente che sia frequentata da un fumatore. I ricercatori hanno analizzato i campioni di sostanze rinvenute in un cinema, dove non si può fumare da molti anni. Nonostante il rispetto dei divieti, hanno rinvenuto molte tracce di sigarette. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Advances.
I bambini sono i più esposti
Come spesso succede quando si parla dei danni indiretti da fumo, sono sempre i bambini i soggetti più a rischio. Se si fuma in casa, la nicotina si appoggia ovunque. Com’è noto gattonando sono spesso con la faccia per terra. Toccano ogni oggetto alla loro portata, mettendosi continuamente le mani in bocca. Gli ultimi dati Istat chiariscono come la metà dei neonati e dei bambini fino a 5 anni è figlio di almeno un genitore fumatore, mentre il 12% ha addirittura entrambi i genitori fumatori. Circa un neonato su 5 ha una madre fumatrice.
Fumo di terza mano: che fare?
- Ovviamente la risposta più ovvia sarebbe quella di smettere di fumare. Quando si diventa genitori è ancora di più un imperativo. Oltre alle conseguenze per le vie respiratorie e per la salute cardiovascolare del proprio figlio, si sa con certezza che è più facile che il figlio di un padre o di una madre fumatore o fumatrice diventi a sua volta un fumatore.
- Nell’attesa di smettere definitivamente con le sigarette, bisogna fumare solo fuori casa. Ma non basta. Bisogna avere anche cura, una volta rientrati a casa, di cambiarsi subito gli abiti e lavarsi con cura le mani (ma questo andrebbe fatto sempre) e anche il viso, con particolare insistenza se siamo uomini con la barba o con i baffi.
- Se non resistiamo a una sigaretta a casa, possiamo fumare solo in balcone se ce l’abbiamo o comunque all’esterno. Se abbiamo un balcone o un terrazzo ci conviene lasciare all’esterno sempre una felpa o una giacca che useremo solo per il momento sigaretta. Una volta spenta la sigaretta, lasciamo passare qualche istante prima di rientrare. Successivamente andremo a lavarci mani e viso.