Nonostante i passi avanti fatti con la legge Sirchia del 2003 (che ha vietato il fumo negli spazi pubblici e nei luoghi di lavoro al chiuso), nella vita di tutti i giorni siamo inevitabilmente circondati da persone che fumano: per strada, nel bar all’aperto mentre si beve qualcosa con gli amici, durante la pausa caffè al lavoro. Basti pensare che, secondo l’ultimo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il 21% della popolazione mondiale adulta è rappresentato da fumatori. E il dato nostrano non va molto lontano: in Italia, si stima che il 20% delle persone sopra i 14 anni abbia il vizio della sigaretta, con un picco nei maschi nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni.
Le donne e il fumo passivo
In questo quadro, il rischio di esposizione a fumo passivo è alto per tutti, non solo per i bambini che hanno genitori fumatori (secondo gli ultimi dati Istat, un bambino su due vi è esposto abitualmente fino ai due anni), ma per tutte le fasce della popolazione. Tuttavia, ci sono tipologie di persone che “soffrono” maggiormente l’esposizione ai cancerogeni del fumo indiretto? Sul tema ci sono pareri contrastanti, ma la risposta riguarda le donne, come ci spiega nella videointervista Giulia Pasello, dirigente medico, UOC di Oncologia 2 all’Istituto Oncologico Veneto di Padova.
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