Fumatori da più di 30 anni, ex fumatori con più di 55 anni e in generale persone ad alto rischio per l’esposizione al fumo. Sono queste le categorie a cui si rivolge SMAC (Smokers Health Multiple Action), un programma di prevenzione per le malattie polmonari e cardiovascolari che punta all’inserimento dello screening ai polmoni nelle misure di politica sanitaria nazionale.
Il progetto SMAC
Messo a punto da Giulia Veronesi, responsabile della sezione di Chirurgia Robotica di Humanitas con il supporto dell’Humanitas Cancer Center, Humanitas University, Ministero della Salute, AIRC, Ats Milano Città Metropolitana, Medici di medicina generale e Fondazione Umberto Veronesi, il progetto SMAC si basa su 5 step: un questionario approfondito, un colloquio sulle proprie abitudini di vita e su come migliorarle, una Tac toracica a basso dosaggio e, per concludere, un prelievo del sangue e una spirometria (sai come funziona?).
Diagnosi precoce
I primi screening partiranno a settembre 2018. L’obiettivo è arruolare circa 2.000 partecipanti nel giro di un anno e individuare tumori ancor prima che diventino sintomatici. Diagnosi precoce per un trattamento chirurgico più efficace. «Attraverso lo screening possiamo individuare i tumori in una fase in cui sono operabili nell’80% dei casi – spiega la dottoressa Veronesi – Oggi la maggior parte dei pazienti arriva alla diagnosi quando compaiono i sintomi, cioè quando la malattia è già in stadio avanzato e le possibilità di guarigione sono minori. Inoltre, con lo screening è possibile individuare tumori molto piccoli, che possono essere trattati con una chirurgia mini-invasiva robotica e personalizzata». L’America in questo dà il buon esempio: negli Stati Uniti lo screening ai polmoni è una procedura standard già dal 2012.
L’innovazione del progetto
Nel progetto SMAC si esplorano nuove frontiere. Come l’intelligenza artificiale, uno strumento prezioso per migliorare la diagnosi di noduli polmonari. «In futuro sarà il computer a distinguere tra noduli benigni e maligni del polmone, evitando biopsie e interventi invasivi per i pazienti» sottolinea Arturo Chiti, responsabile Medicina Nucleare di Humanitas e docente di Humanitas University. Tra le innovazioni, anche la biopsia liquida, che significa andare a caccia delle tracce invisibili lasciate dal tumore nel sangue con un semplice prelievo. Una promessa per indagini non invasive.
Rischio cardiovascolare associato al fumo
Non solo rilevamento precoce di tumore, ma anche valutazione del rischio cardiovascolare. Per farlo, è prevista l’esecuzione di alcuni esami, tra cui il calcio coronarico alla TC e la spirometria. Il fumo, infatti, è uno dei principali fattori di rischio per l’infarto o l’aterosclerosi. «La TAC del torace a basso dosaggio permette di calcolare il grado di calcificazione delle arterie coronariche, il dosaggio nel sangue di alcune proteine collegate all’infiammazione e la spirometria, che valuta il funzionamento del polmone, potremo valutare la presenza di BPCO e anticiparne il trattamento riducendo la disabilità cronica» spiega Francesca Puggioni, pneumologa del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergie di Humanitas.
Attività antifumo
Infine, il progetto si impegna anche ad aiutare i pazienti a smettere di fumare, indirizzandoli al Centro Antifumo Humanitas. Qui potranno fare incontri di supporto psicologico e ricevere trattamenti farmacologici.
Come partecipare
Vuoi partecipare al progetto? Puoi farlo attraverso il tuo medico di famiglia, contattando il numero 02/82247371 oppure mandando una mail all’indirizzo smac@humanitas.it.
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