Continua a crescere il numero di italiani che convivono con la celiachia. Le diagnosi hanno ormai raggiunto quota 224.000. Gli esperti però stimano che in realtà siano 600.000. Questo si deve al fatto che spesso questa malattia non presenta sintomi o i sintomi che manifesta sono aspecifici. Significa che si tratta di manifestazioni comuni a molte altre patologie, come addome gonfio, diarrea o stitichezza. I dati arrivano Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige).
«La celiachia, che interessa circa l’1% della popolazione italiana, è una intolleranza alimentare su base autoimmune causata da una reazione impropria dei linfociti T al glutine, un insieme di proteine presenti in alcuni cereali (frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale)» spiega Umberto Volta, internista, Coordinatore del Board Scientifico dell’Associazione italiana celiachia. Puoi chiedergli un consulto qui
Nelle persone geneticamente predisposte a sviluppare la celiachia queste cellule del sistema immunitario liberano una serie di sostanze (citochine), che danneggiano la mucosa intestinale, fino a far atrofizzare i villi, cioè quelle piccole strutture intestinali che servono ad assorbire i nutrienti.
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La diagnosi
Si effettua in prima battuta mediante dosaggi sierologici degli anticorpi specifici: antitransglutaminasi (in sigla, anti-tTG), antiendomisio (EmA), anti peptidi deamidati della gliadina (DGP). Sono analisi molto sensibili, con cui si scopre quasi il 98% dei casi di celiachia. Ma per la conferma della diagnosi, almeno fin quando non verranno messi a punto test meno invasivi su cui sono al lavoro i ricercatori, è indispensabile una biopsia duodenale, con il prelievo di un frammento di tessuto durante una gastroscopia.
I sintomi
I sintomi di presentazione sono quanto mai variabili e comprendono manifestazioni gastrointestinali
- diarrea
- dolori e gonfiore addominali
- stipsi
- reflusso gastroesofageo
- nausea
- vomito
- afte del cavo orale.
E manifestazioni non gastrointestinali:
- stanchezza cronica
- anemia sideropenica e da carenza di acido folico
- osteoporosi da causa inspiegabile
- arresto di crescita con bassa statura
- anormalità dello smalto dentale
- alterazioni della sfera ginecologica come menarca tardivo, menopausa precoce e aborto ricorrente
- rialzo degli enzimi epatici, in particolare le transaminasi.
I prodotti sostitutivi
Non esiste una terapia per i celiaci: l’unica possibilità è l’esclusione a vita del glutine dalla dieta. Oggi, però, in commercio si trovano molti prodotti realizzati con riso, mais, granoturco, grano saraceno, miglio, teff, amaranto, quinoa e altri cereali privi di glutine, che quindi possono finire tranquillamente anche nel carrello della spesa di un celiaco.
Il rischio contaminazione
A sparire dalla tavola devono essere non solo gli alimenti a base di farine (raffinate o integrali) di cereali contenenti glutine, ma anche cibi che nelle diverse fasi produttive possono essere stati contaminati. Molta attenzione, inoltre, va posta all’uso di posate, evitando che vengano in contatto con gli alimenti non consentiti. La minima trasgressione può costare cara, come ricorda Diego Dalla Palma. Per questo motivo, quando si mangia fuori casa, è opportuno verificare che il ristorante sia fra gli oltre 4mila del nostro Paese presenti nella guida scaricabile sul sito internet dell’Associazione italiana celiachia (celiachia.it) o dall’applicazione AIC Mobile, scaricabile gratuitamente dai principali App store.