Bronchite è un termine spesso abusato anche nei casi di semplice tosse o di allergia. Quali sono i sintomi e le cause effettive di questa patologia? E come si cura? A queste e ad altre domande risponde Dario Olivieri, docente di Malattie dell’Apparato Respiratorio nell’Università di Parma (puoi chiedergli un consulto qui).
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Bronchite: di che cosa si tratta?
La bronchite è una patologia che si caratterizza con l’infiammazione dei bronchi e che si differenzia in acuta e cronica. La bronchite acuta è un fatto abbastanza frequente in coincidenza di un raffreddamento o di qualsiasi causa che irriti, o infetti, le vie respiratorie. Si risolve rapidamente e spontaneamente, oppure con l’aiuto di alcuni farmaci indicati nella cura di questo disturbo.
La bronchite cronica invece è una forma clinica che dura nel tempo, per almeno due mesi consecutivi nell’arco di tre anni. Molto importante è la diagnosi, che deve essere clinica e che deve determinare la causa effettiva dell’episodio.
Chi è più a rischio?
Le categorie più a rischio di contrarre una bronchite sono i bambini, perché fino ai 10-12 anni non hanno sviluppato tutte le difese immunitarie sia dell’organismo sia dei singoli apparati, come quello respiratorio.
Anche gli anziani sono soggetti sensibili a questo disturbo perché, viceversa, esauriscono alcune capacità di difesa immunitaria. Ci sono poi persone che soffrendo di determinate patologie, come l’enfisema, la broncopatia ostruttiva, il diabete, sono più predisposte a contrarre una bronchite.
Quali sono i sintomi della bronchite acuta e come si cura?
La bronchite si manifesta con due sintomi specifici: tosse e catarro. La tosse è una conseguenza del catarro ed è utile perché serve a smuovere il muco, che altrimenti ristagnerebbe nei bronchi.
Anche il catarro è una difesa che l’organismo attua per proteggere i bronchi. Tosse e catarro diventano problematici e causa di bronchite cronica, quando la quantità del catarro è eccessiva e la tosse non è efficace a smuoverlo perché stizzosa e secca.
L’episodio di bronchite acuta si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni, con l’attenuarsi dell’infiammazione e di conseguenza del catarro e della tosse.
Quando l’antibiotico?
In caso contrario, e soprattutto in presenza di febbre e di catarro purulento, è indicato l’utilizzo di un antibiotico, come ad esempio l’amoxicillina, per evitare complicanze e infezioni batteriche. Si possono somministrare anche dei broncodilatatori, perché l’irritazione provoca broncospasmo. Un altro farmaco molto efficace è il cortisone, il più potente antinfiammatorio, che somministrato per via inalatoria, a piccole dosi, si ferma nei bronchi senza effetti collaterali nel resto dell’organismo. In commercio si trovano spray che associano broncodilatatori e cortisone, con un effetto potenziato in una quantità molto bassa di farmaco.
Tra i rimedi che danno sollievo si possono utilizzare spray pressurizzati o polveri da inalazione che sono attendibili ed efficaci, mentre l’aerosol è oggi tecnologicamente superato oltre ad avere possibili effetti irritanti.
Fumo e inquinamento sono tra le cause della bronchite? E le bronchiectasie?
Nel caso della bronchite acuta è molto frequente che possa essere determinata da una causa esterna, esogena come ad esempio l’inalazione di fumo, o di sostanze irritanti o infettive (come i virus parainfluenzali) che si possono respirare in un ambiente lavorativo, o domestico, inquinato.
Il fumo di sigaretta è uno stimolo irritativo cronico che per anni irrita le vie respiratorie, rendendole più suscettibili e sensibili alle bronchiti. Anche la rino-sinusite è un fattore di rischio molto importante ed è tra le cause più frequenti di bronchite.
Le bronchiectasie
Le bronchiectasie sono delle piccole dilatazioni dei bronchi, che fanno accumulare il catarro e possono diventare sede di infezioni. Il sintomo tipico di questo disturbo è la presenza di catarro al risveglio. Chi soffre di bronchiectasie ha spesso episodi di bronchite, senza capirne la causa, che è diagnosticata per mezzo della Tac. Per una buona qualità della vita il paziente che soffre di bronchiectasie deve dedicarsi, quotidianamente, alla fisiochinesiterapia, una ginnastica respiratoria che serve a drenare e a espellere il muco che ristagna nei bronchi.
Perché insorgono le recidive e come si cura una bronchite cronica?
Le recidive più frequenti sono quelle infettive, causate da virus o da batteri, che si manifestano con febbre ed espettorato purulento. Le cure devono essere tempestive, con dosaggi adeguati di antibiotici, cortisone e broncodilatatori. La prevenzione è fondamentale nel trattamento delle recidive e si attua con la diagnosi precoce, le vaccinazioni antinfluenzali e anti-pneumococco. Anche alcuni immunostimolanti hanno effetti interessanti perché migliorano le difese immunitarie del paziente. La prevenzione continua con l’astensione dal fumo e dalle sostanze inquinanti.
Quali sono le differenze tra bronchite e BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva)? E tra bronchite e asma?
La broncopatia cronica istruttiva (BPCO) è caratterizzata da due fattori: i bronchi sono ostruiti perché intasati dal muco oppure perché le vie aeree periferiche vanno incontro a enfisema, patologia causata dalla perdita di elasticità dei bronchioli e degli alveoli che si dilatano e si distendono impedendo all’aria di uscire. In caso di BPCO il paziente non respira bene perché c’è ridotto scambio di ossigeno tra l’esterno e la superficie respiratoria. Molto spesso il BPCO è la conseguenza di bronchiti, di asma e d’infezioni alle vie respiratorie.
Asma è un termine molto generico che racchiude diverse forme di broncospasmo, ma la forma tipica è quella che insorge per inalazione di sostanze allergiche come pollini, muffe e polveri. Nel corso della bronchite spesso sono associati episodi asmatici, ma questo non significa che il paziente è o è diventato asmatico.
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