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Alte dosi di vitamina C potenziano chemio e radioterapia

Fanno ben sperare i risultati di una ricerca americana su un nuovo approccio ancora sperimentale con l'acido ascorbico iniettato per via endovenosa. Servono nuovi studi per confermare i primi dati positivi

Alte dosi di vitamina C sono praticamente tossiche per le cellule tumorali e hanno l’effetto di potenziare le cure anti cancro. È questo in estrema sintesi il risultato di uno studio dell’Università dello Iowa, pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Cell.
Si tratta dei dati promettenti emersi da uno studio clinico di fase 1 sulla somministrazione di alte dosi di vitamina C in pazienti con glioblastoma multiforme (una tipologia di cancro che colpisce il cervello) e i risultati preliminari di uno studio di fase 2 per l’utilizzo di alte dosi di vitamina C nel carcinoma polmonare non a piccole cellule.

Serve una dose di gran lunga superiore a quella consigliata giornalmente 

Nei pazienti è stata iniettata endovena una dose molto elevata di vitamina C: nel sangue di un adulto sano, il livello normale di concentrazione micromolare plasmatica di vitamina C (che è la quantità di una determinata sostanza disciolta in un volume determinato di plasma, vale a dire la parte liquida del sangue) è di 70, nello studio è stata portata a 20.000. In questo modo la vitamina C indebolisce le cellule tumorali, rendendole più vulnerabili agli effetti della chemio e della radioterapia. Da sottolineare che l’acido ascorbico, anche ad alte dosi, è innocuo per le cellule sane.

Gruppo San Donato

La ricerca 

I ricercatori americani hanno sottoposto i pazienti malati di glioblastoma a tre infusioni di vitamina C ogni settimana per due mesi. Successivamente per altri sette mesi durante la chemio o la radioterapia i volontari ricevevano altre due infusioni a settimana.

I risultati 

Trattandosi di uno studio di fase 1, i risultati puntavano a dimostrare che il trattamento non fosse pericoloso per i pazienti. E così è stato. I ricercatori infatti hanno dimostrato che è possibile ottenere in modo sicuro livelli ematici molto elevati di vitamina C e che non ci sono effetti collaterali gravi. Contemporaneamente, però, i ricercatori hanno registrato un aumento della sopravvivenza, anche se non era questo l’obiettivo dello studio: queste potenti dosi di vitamina C sono state in grado di allungare la sopravvivenza di questi pazienti di 4-6 mesi.

Come funziona

Il meccanismo che sta dietro all’azione anti tumorale della vitamina C si trova all’interno delle cellule tumorali. Le molecole di ferro presenti reagiscono a contatto con la vitamina e formano molecole di perossido di idrogeno distruttive, che danneggiano il mitocondrio delle cellule cancerogene, mentre lasciano intatte quelle sane.

Scoperta una fragilità delle cellule tumorali 

«Il nostro studio dimostra una fragilità metabolica nelle cellule tumorali, che ci consente di utilizzare la vitamina C per rendere più sensibili alla radioterapia e alla chemio proprio queste cellule» ha spiegato Garry Buettner, uno degli autori dello studio e direttore del dipartimento di Radioterapia oncologica dell’Università dello Iowa. Ora la ricerca proseguirà con nuovi studi che coinvolgeranno un numero di partecipanti più elevato.

 

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