Del doman non v’è certezza… E preferiamo non saperne alcunché! Deve essere stata più o meno questa la risposta della maggior parte delle persone coinvolte in uno studio del Max Planck Institute for Human Development, in Germania, e dell’Università di Granada, in Spagna, che ha interrogato 2000 uomini e donne sulla volontà (o meno) di conoscere il proprio avvenire.
Lo studio
Cosa ci riserverà il futuro, insomma? «Non lo vogliamo sapere, grazie». Dai dati raccolti e pubblicati su Psychological Review, infatti, è emerso che tra l’85% e il 90% dei volontari non avrebbe voluto conoscere i prossimi eventi negativi e tra il 40% e il 70% delle persone avrebbe preferito non avere anticipazioni neppure sugli eventi positivi.
I questionari
I ricercatori hanno svolto due sondaggi in entrambi i Paesi, ponendo quesiti su una vasta gamma di accadimenti: ai partecipanti, ad esempio, è stato chiesto se volessero conoscere la data della propria morte o quella del partner, se avessero voluto sapere in anticipo chi avrebbe vinto una partita di calcio o prevedere le sorti di un matrimonio. Ma che si trattasse di un fatto gioioso o triste, la risposta è stata quasi sempre unanime: meglio non avere alcuna anticipazione sul futuro. Unica eccezione, il sesso del figlio: il 63% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di volerlo conoscere prima dello scadere dei nove mesi.
Perché non si vuole conoscere il futuro?
Ma per quale motivo molti preferiscono non sapere cosa ha in serbo per loro l’avvenire? Secondo Gerd Gigerenzer e Rocio Garcia-Retamero, autori dello studio, alla base di questa decisione ci sarebbe l’esigenza di evitare (almeno temporaneamente) le cattive notizie: non conoscere cosa ci accadrà di negativo, infatti, equivale a non provare sentimenti di sofferenza e dolore. Alcune persone, poi, preferiscono gustarsi le sorprese “in diretta”, senza alcuno spoiler guastafeste.
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