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Quando prendere un farmaco
Qual è il momento adatto per assumere i farmaci? A stomaco pieno oppure no? La risposta sta sul foglietto illustrativo dei vari medicinali (il «bugiardino»), che è sempre bene leggere con attenzione. Al di là dei singoli casi, esistono, però, alcune regole generali su quando e come prendere i farmaci (gli esperti le chiamano modalità di somministrazione).
A stomaco vuoto
«In linea di massima vanno presi a stomaco vuoto, cioè un’ora prima o due ore dopo i pasti, i farmaci in cui è auspicabile una rapida comparsa dell’effetto terapeutico per l’attenuazione dei sintomi, come, ad esempio gli analgesici, tipo il paracetamolo, contro un dolore acuto», dice Giovanni Saccani, farmacista a Castelbelforte (Mantova). «Alcuni “protettori” dello stomaco, come gli antiacidi, vanno presi un paio d’ore dopo la fine del pasto, quando cioè lo stomaco si è quasi svuotato ed è necessario proteggerne le pareti. È bene, invece, evitare di assumerli subito dopo pranzo, quando l’acido serve per degradare il cibo». Vanno assunti a stomaco vuoto anche alcuni antibiotici particolarmente sensibili all’acidità gastrica, i farmaci contro l’osteoporosi, qualche medicinale per la pressione, come ace-inibitori e glicosidi, i sostituti degli ormoni della tiroide, come la levotiroxina.
A stomaco pieno
«Sono, invece, da prendere a stomaco pieno i farmaci il cui assorbimento è favorito dalla presenza di cibo, come accade per alcuni medicinali utilizzati contro le infezioni delle vie urinarie, e quelli che possono provocare disturbi gastrici, come ad esempio il ferro usato per contrastare l’anemia», spiega Saccani.
Indifferentemente
Molte medicine, come le statine, gli anticoagulanti (warfarin), gli antidepressivi, si possono, invece, prendere a stomaco sia pieno che vuoto, quindi indipendentemente dai pasti.
Antinfiammatori: occorre distinguere
Un discorso a parte vale per gli antinfiammatori non steroidei (Fans), come ibuprofene, ketoprofene, naprossene. «Alcuni esperti sostengono che è sempre meglio prenderli a stomaco pieno, per evitare una possibile reazione irritante nei confronti della mucosa gastrica (gastrolesività)», spiega Saccani. «Altri dicono, invece, che in realtà solo l’acido acetilsalicilico (aspirina) dà effettivamente problemi, mentre le lesioni gastriche, collegate all’uso prolungato di questi farmaci, dipenderebbero da altri meccanismi correlati al loro funzionamento e non dal passaggio attraverso lo stomaco, tant’è che possono comparire anche nelle formulazioni iniettive o in supposte. Ecco perché il loro suggerimento è quello di prendere pure questi medicinali a stomaco vuoto e con molta acqua (un paio di bicchieri), in modo che possano venire assorbiti più rapidamente, funzionando prima». Comunque sia, avverte il farmacista, «è sempre bene evitare di tritare compresse o pastiglie e di disperderle nel cibo per favorire l’assunzione, perché così facendo si rischia di perdere parte del principio attivo e di assumere, quindi, una dose inferiore a quella raccomandata dal medico».
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