Per chi soffre di disturbi cardiovascolari, i mesi estivi possono rappresentare un fastidio in più. Come gestire al meglio la relazione estate e cuore? Abbiamo chiesto consiglio all’esperto di OK Gianfranco Sinagra, Professore di malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università degli Studi di Trieste (puoi chiedergli un consulto qui). Dirige il Dipartimento Cardiovascolare e la Scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste.
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Attenzione agli anziani
L’estate non comporta un incremento del rischio d’infarto o ictus, anche se le temperature particolarmente calde possono costituire evento destabilizzante per pazienti fragili. Durante i mesi caldi gli anziani devono prestare attenzione all’eccessiva riduzione dei valori pressori, con rischio di cadute e fratture o traumi cranici, questi ultimi particolarmente temibili qualora il paziente assuma anche anticoagulanti o antiaggreganti.
Estate e cuore: no ai pasti pesanti
È buona regola evitare i pasti copiosi, i cibi difficilmente digeribili, prediligendo la frutta, la verdura, gli ortaggi, le carni bianche e il pesce. Il gelato è un alimento energetico, nutriente e idratante. Piccoli pasti frazionati, un apporto di liquidi non inferiore globalmente ai 1800 ml (inclusivi di tè, latte, succhi, acqua, bevande varie) costituiscono buone abitudini.
L’idratazione è fondamentale
È importante che i cardiopatici con scompenso cardiaco (qui tutto quello che c’è da sapere sulla patologia) non perdano l’introito di liquidi, che va monitorato con il controllo quotidiano del peso corporeo, con la verifica del bilancio entrate-uscite e con l’eventuale rimodulazione della terapia e degli integratori elettrolitici (se necessari).
Eliana Canova
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