«I denti belli sono quelli sani», sostiene Paolo Vigolo, Presidente dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (AIOP). Potrebbe sembrare un’ovvietà ma non lo è, dal momento che «la maggior parte delle persone fa fatica a capire che un sorriso smagliante è sinonimo di una bocca funzionante e lontana da patologie».
Denti bianchi e stili di vita
D’altro canto, avere denti sempre più bianchi è il desiderio di quasi tutti, realizzabile, per di più, tramite tecniche precise, effettuate da professionisti del mestiere. Cure che, però devono essere accompagnate da sani stili di vita. «Dobbiamo cercare di mantenere il bianco naturale dei denti attraverso la prevenzione. Il consumo di caffè e sigarette, l’assunzione di cibi troppo zuccherati o di cibi acidi contribuisce alla proliferazione di batteri, causa prima di malattia parodontale e carie».
La visita di controllo dal dentista
Ma mentre pensiamo a come diminuire le sigarette e cambiare alimentazione, possiamo recarci dal dentista per una seduta di igiene. Oltre a darci una bocca più sana potrà anche farci avere denti più splendenti. Paolo Vigolo, che con gli esperti dell’AIOP si riunirà a Riccione il 13 e 14 aprile in occasione del X Meeting Mediterraneo, ci spiega la grande differenza tra igiene dentale e sbiancamento.
Premessa: il tartaro, nemico a volte invisibile
«Per quanto si cerchi di avere una buona igiene orale, è inevitabile che i batteri, sotto forma di placca o tartaro, si depositino tra i denti e le gengive. Spesso anche sotto il livello della gengiva quindi non visibile dal paziente o da un dentista che effettui un esame superficiale». Le gengive fungono da barriera protettiva dell’osso. Gli accumuli di placca e tartaro possono causare l’insorgere di patologie come la parodontite, termine scientifico del più conosciuto “piorrea”, che possono portare alla perdita di denti perfettamente sani. L’eliminazione del tartaro superficiale e profondo è, pertanto, uno step fondamentale e necessario sia per la salute dei denti che per poter procedere allo sbiancamento.
La pulizia dei denti
È una pratica non invasiva, non richiede anestesia e non arreca dolore. Ha una funzione in primis curativa, a differenza dello sbiancamento che ha come fine ultimo quello estetico. La rimozione dei batteri e degli accumuli sopra e sotto gengivali può essere effettuata in due modi. Uno “meccanico” con strumenti ad ultrasuoni, o manuale con strumenti detti curettes, unico modo per arrivare in profondità. Lo specialista consiglia di effettuare la pulizia una volta ogni sei mesi o una volta all’anno. In casi particolari, come per chi soffre di malattia parodontale o è portatore di grosse riabilitazioni su impianti e denti, anche una volta ogni tre mesi. Grazie a questo trattamento i denti appaiono visibilmente più bianchi e più forti, ma saranno soprattutto più sani.
Lo sbiancamento
Lo sbiancamento, terapia sempre più di moda, deve essere svolto, così come la pulizia, da uno specialista. Attraverso l’utilizzo di sostanze chimiche che vengono apposte sullo smalto dei denti e di particolari lampade, i denti diventeranno immediatamente più bianchi. Gli agenti chimici penetrano nello smalto e scompongono le molecole responsabili del colorito giallastro, rendendole sempre più piccole. Come la pulizia anch’esso non è invasivo e non provoca dolore ma bisogna, durante le ore successive, adottare degli accorgimenti: evitare di fumare e bere caffè durante le successive 24 ore. Lo sbiancamento dal dentista può essere completato e “rinfrescato” con trattamenti a casa. E’ fondamentale però che si proceda allo sbiancamento solo quanto denti e gengive sono stati riportati in perfetta salute.
Cinzia Galleri
TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE
Vuoi un sorriso smagliante? Guarda cosa fare
Hai il diabete? Vai dal dentista
Guardiamoci in bocca per difenderci dal tumore del cavo orale