Benessere

Togliersi le scarpe prima di entrare in casa fa bene?

Si tratta di un semplice gesto radicato in molte culture che, oltre ad avere importanti benefici igienici, contribuisce al benessere psicologico

In molti Paesi togliersi le scarpe prima di entrare in casa è una pratica consolidata, tanto da essere parte della cultura e delle abitudini quotidiane. In particolare nel Nord Europa e in Asia hanno reso questo gesto quasi obbligatorio, legandolo a motivi igienici e di rispetto per lo spazio domestico. Questa abitudine è davvero salutare?

Nei Paesi del Nord togliersi le scarpe è legato all’igiene

Nei Paesi scandinavi come Norvegia, Svezia e Finlandia, togliersi le scarpe appena si varca la soglia di casa è un’usanza comune e ben radicata nella cultura. Questa abitudine è motivata principalmente dal clima rigido e dalle lunghe stagioni invernali, durante le quali neve, pioggia e fango sono comuni.

Gruppo San Donato

Le scarpe, spesso bagnate o sporche, possono facilmente portare all’interno dell’abitazione umidità, sporco e batteri, danneggiando pavimenti e tappeti, oltre a creare un ambiente poco igienico. Per questo motivo, lasciare le scarpe all’ingresso è considerato un segno di rispetto per la casa e per chi la abita.

In Giappone ha un valore spirituale e filosofico

In Giappone, un Paese noto per la sua forte attenzione alla pulizia e all’ordine, il gesto di togliersi le scarpe è parte integrante del vivere quotidiano e si collega anche a valori spirituali e filosofici.

Le case nipponiche sono spesso progettate con una zona chiamata “genkan”, un’area rialzata vicino all’ingresso dove ci si toglie le scarpe prima di accedere agli ambienti domestici veri e propri. La motivazione principale è mantenere la casa pulita e separare simbolicamente l’esterno, considerato impuro, dall’interno, che deve rimanere un luogo protetto e sicuro.

Le scarpe sono grandi veicoli di pesticidi, polveri sottili e virus

Oltre alle ragioni culturali, molte persone adottano questa pratica anche per motivi igienici. Le scarpe, infatti, sono un potente veicolo di batteri. Per le strade entrano in contatto con una vasta gamma di sostanze, dalle sostanze chimiche come pesticidi e polveri sottili ai virus presenti sul suolo, specialmente in aree urbane inquinate.

Uno studio condotto dall’Università di Houston ha rilevato che il 40% delle scarpe analizzate conteneva tracce del batterio Clostridium difficile, un patogeno noto per causare gravi infezioni intestinali. Oltre a ciò, le suole delle scarpe possono raccogliere altre sostanze nocive, come feci animali, residui di rifiuti e altre impurità.

Sotto le suole più batteri di un water

Un altro studio, realizzato nel 2008 e diretto da Charles Gerba, professore di microbiologia dell’Università dell’Arizona, ha posto in evidenza come camminare all’esterno, in diversi ambienti, per due settimane, comporta un accumulo nelle suole delle scarpe di ben 420 000 batteri, il 96% dei quali coliformi.

Una percentuale che supera i numeri di quella di un water. Sempre secondo i ricercatori statunitensi, il 27% dei batteri individuati sulle scarpe appartenevano alla specie Escherichia coli.

Potenziali rischi per la salute dei più piccoli

Portare questi contaminanti all’interno delle nostre case significa esporre i pavimenti, i tappeti e quindi le persone, soprattutto i bambini piccoli che spesso giocano a terra, a potenziali rischi per la salute. Inoltre, camminare su tappeti con scarpe sporche può favorire l’accumulo di allergeni come pollini e polvere, peggiorando i sintomi di chi soffre di allergie.

Togliersi le scarpe rappresenta quindi un modo semplice per ridurre l’esposizione a questi agenti patogeni e migliorare la qualità dell’aria all’interno delle abitazioni.

Le sostanze che si possono trovare sulle suole delle scarpe

Le sostanze che si possono trovare sulle suole delle scarpe, e che finiscono in casa se non si levano le calzature prima di entrare, sono:

  • Batteri quali Escherichia Coli, Clostridium e Stafilococco aureo;
  • Metalli tossici: arsenico, cadmio e piombo;
  • Asfalto;
  • Agenti chimici;
  • Feci animali;
  • Sostanze radioattive di provenienza industriale;
  • Microplastiche;
  • Feci animali;
  • Sostanze radioattive di provenienza industriale;
  • Microplastiche;
  • Scarico dei veicoli;
  • Polvere;
  • Vernici e acidi usati in ambito industriale.

Togliersi le scarpe promuove il benessere psicologico

Oltre agli aspetti igienici, ci sono anche motivi di benessere psicologico legati al gesto di togliersi le scarpe in casa. Molte persone riferiscono una sensazione di rilassamento e comfort nel camminare a piedi nudi o con calze, soprattutto dopo una lunga giornata fuori casa.

Questo gesto simbolizza il passaggio dalla dimensione esterna, spesso associata a stress e ritmi frenetici, a quella interna, un luogo di riposo e tranquillità. Nei Paesi nordici, l’idea del “hygge” (in Danimarca) o del “koselig” (in Norvegia) rappresenta proprio questo concetto di benessere domestico, e togliersi le scarpe è parte integrante di questa filosofia.

Benefici anche per la postura e la circolazione sanguigna

Molti esperti concordano che togliersi le scarpe prima di entrare in casa è una pratica igienica e salutare che migliora anche la qualità dell’aria indoor. Inoltre, camminare a piedi nudi può avere benefici anche per la postura e la circolazione sanguigna, dato che favorisce una camminata più naturale e meno rigida rispetto a quella con le scarpe. Tuttavia, va detto che camminare senza scarpe su superfici dure per lunghi periodi può provocare stress sui piedi, specialmente per chi soffre di problemi come la fascite plantare. In questi casi, potrebbe essere utile indossare pantofole ergonomiche o calzature leggere progettate per l’uso domestico.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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