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Quanto il volo è davvero lungo
Stanchi, nervosi e doloranti. La vacanza dei sogni all’altro capo del mondo può anche iniziare così. Questo a causa delle lunghe ore di volo per raggiungere la meta, soprattutto per chi è costretto alle classi economica o turistica. I maggiori disagi nei viaggi aerei transcontinentali – o, comunque, dalla durata superiore alle otto ore – sono principalmente dovuti a due fattori: gli spazi ristretti della cabina e l’aria condizionata.
La palestra da cabina
Gli spazi ristretti (a partire dai sedili), secondo Claudio Droghetti, responsabile dell’ambulatorio di medicina dei viaggi del Centro diagnostico italiano di Milano, «non aiutano il cambio della posizione, favorendo così il ristagno del sangue nei punti più lontani dal cuore e il conseguente rallentamento della circolazione. Condizione che peggiora se non ci si riesce a muovere. Per fortuna i pericoli principali, cioè la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare, colpiscono rispettivamente cinque e 27 passeggeri su un milione». Molto più facilmente possono insorgere:
- dolori articolari, alla cervicale, mal di schiena;
- problemi di circolazione del sangue, magari con gonfiore delle gambe;
- raffreddamenti;
- peggioramenti di eventuali artrosi, artriti o di altri disturbi di cui già si soffre.
Come comportarsi
Oltre a farsi una passeggiata nel corridoio, ecco allora alcuni esercizi per favorire la circolazione sanguigna.
- Flettere e ruotare le caviglie per esercitare i muscoli del polpaccio.
- Alzare la gamba col ginocchio piegato contraendo il muscolo della coscia e riabbassarla: 20-30 volte per entrambi gli arti.
- A spalle rilassate, appoggiare l’orecchio alla spalla e spostare delicatamente il collo in avanti e indietro, tenendo la posizione per cinque secondi, 5 volte.
- Piegandosi leggermente in avanti, mettere le mani intorno al ginocchio sinistro e portarlo al petto, restando così per 15 secondi. Quindi abbassare lentamente, sempre tenendo il ginocchio con le mani, e cambiare ginocchio. Fatelo 10 volte.
- Roteare le spalle inarcandole in avanti e, poi, verso l’alto e il basso con movimenti circolari delicati.
Come proteggere la pelle
L’aria condizionata, necessaria per la pressurizzazione interna del velivolo che, oltre a possibili raffreddamenti o torcicolli, ha un effetto disidratante sul nostro organismo, causando secchezza di pelle e occhi. «La nostra pelle respira, cioè elimina acqua in forma di vapore acqueo, tanto che in condizioni normali perdiamo circa mezzo litro al giorno», sottolinea Marcello Monti, dermatologo dell’Istituto clinico Humanitas di Milano e docente di dermatologia all’Università degli Studi di Milano. Puoi chiedergli un consulto cliccando qui. «In condizioni di umidità ambientale molto bassa, quindi con aria secca, questa evaporazione aumenta, arrivando anche a quote giornaliere di 1-1,5 litri. Spesso viene aggravata dalla cosiddetta sudorazione emozionale, dovuta allo stress causato dalla partenza piuttosto che dalle turbolenze in volo».
Oltre a idratarsi correttamente, per non «lavare via» l’abbronzatura conviene fare una veloce doccia usando poco detergente e del tipo che non fa schiuma al termine del viaggio, sia di andata, sia di ritorno. La schiuma ha, infatti, una forte azione disidratante che provoca desquamazione della pelle e cancella in pochi giorni la tintarella conquistata durante la vacanza.
Regola il tuo orologio biologico
Quando si attraversano almeno due fusi orari l’orologio del nostro organismo perde la sincronia con il ciclo luce-buio e scatta, così, il disturbo dei ritmi biologici. «I sintomi», spiega Claudio Droghetti, specializzato in medicina dei viaggi, del Centro diagnostico italiano di Milano, «compaiono uno o due giorni dopo la partenza. E possono essere vari:
- stanchezza e affaticamento durante il giorno;
- perdita di appetito, nausea, disturbi della digestione, diarrea;
- cefalea, indolenzimento muscolare;
- disturbi del sonno, dalla difficoltà ad addormentarsi fino ai due estremi dell’insonnia e della sonnolenza eccessiva;
- irritabilità e nervosismo;
- difficoltà a concentrarsi;
- costipazione.
Iniziamo già prima di partire ad abituarci agli orari “nuovi”
Questi disturbi che si possono prevenire, iniziando a lavorarci già prima di partire, regolando sonno e pasti, strettamente connessi, sull’orario del Paese in cui vogliamo andare.
Durante il volo, invece, bisogna bere molta acqua, evitare caffè e alcolici (anche prima della partenza) e cercare di riposare e rilassarsi il più possibile. «Ci sono farmaci che possono aiutare: blandi sedativi o tranquillanti, sempre previo parere medico», evidenzia Droghetti.
Una volta a destinazione, infine, per agevolare il sonno è consigliabile consumare a cena carboidrati e zuccheri. «Prima di coricarsi», conclude l’esperto, «si possono assumere dai 3 ai 5 mg di melatonina per almeno cinque giorni, magari iniziando qualche giorno prima di partire».
Se si tappano le orecchie
Il decollo e l’atterraggio, con il conseguente cambiamento repentino di altitudine, possono provocare nell’orecchio del passeggero un fastidio definito barotrauma, dovuto alle differenze di pressione tra l’interno e l’esterno dell’organo in questione. Lo si può prevenire:
- succhiando caramelle;
- bevendo acqua;
- ripetendo la manovra di Valsalva (prendere un respiro profondo, quindi espirare ma con bocca chiusa e naso tappato da due dita, spingendo così l’aria nell’orecchio medio);
- usando antistaminici, dietro consiglio medico, e spray nasali decongestionanti.
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