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Sara Tommasi: «Sono bipolare ma ho capito che posso guarire»

«All’apice della carriera mi è stato diagnosticato il disturbo: invece di curarmi abusavo di droghe e sesso. Ho pensato di morire, poi, finalmente, ha prevalso la voglia di riprendere in mano la vita»

«Sono bipolare ma ho capito che posso guarire». È con queste parole che inizia il racconto di Sara Tommasi che, a OK Salute e Benessere, rivela il suo doloroso passato. Ecco la confessione dell’attrice e presentatrice.

Mi hanno diagnosticato il disturbo bipolare

Il bipolarismo mi è stato diagnosticato in pieno successo mediatico: conducevo un programma molto noto dedicato al calcio e durante una trasmissione gli addetti ai lavori si accorsero di una mia strana gaffe. Essendo laureata in Economia, capirono subito che mi stava accadendo qualcosa di strano. Ero presa dal successo ed ero una ragazza molto energica, ma decisi di farmi controllare da un medico. Ho scoperto così di essere bipolare grazie al dottor Michele Sforza, specialista della casa di cura Le Betulle.

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Non accettavo la mia condizione

Inizialmente sono rimasta scioccata, non riuscivo a crederci: mi sentivo bene e pensavo che tutti cospirassero contro di me per invidia. In realtà, non accettavo di essere malata. Per questo motivo non volevo il litio, uno dei farmaci base per curare il disturbo bipolare: ho iniziato ad assumerlo molto tardi sapendo quanto fosse pesante e per anni ho vagabondato in cerca di alternative, ma senza successo. Ho perso tempo, ho commesso molti errori e il bipolarismo è degenerato. Oggi so che va curato bene, con attenzione, bisogna amare il proprio corpo e sentire ciò di cui ha bisogno, evitare un ritmo sbagliato di vita e vivere positivamente, sapendo che è una malattia curabile.

Agivo come un robot

Per questo ho deciso di raccontare pubblicamente la mia esperienza, per dare speranza a chi è affetto da bipolarismo, perché eviti di ripetere i miei stessi errori. Per un periodo della mia vita ho addirittura fatto uso di droghe e girato film a luci rosse: Sara Tommasi, quella vera, non avrebbe mai fatto tutto questo. Credo che la mia malattia sia degenerata a causa dell’abuso di sostanze, così mi sono ritrovata inconsapevolmente a commettere azioni scioccanti. Seguivo tutti quelli che mi invitavano, perdevo la lucidità, mi raccoglievano per strada. Se mi dicevano: «Sara spogliati», io mi spogliavo. Ero come un robot senza anima, senza cervello, senza dignità, in uno stato totalmente confusionale. Poi mi ritrovavo in ospedali e mi raccontavano cosa fosse accaduto.

È stata dura ma volevo curarmi

Ho passato un anno in clinica quando ho deciso di voler guarire in fretta, ma poi, sempre a causa dei miei stati alterati d’umore, facevo dentro e fuori dalla casa di cura. Scappavo e ogni volta era mia madre a riportarmi in ospedale, veniva a prendermi in qualunque posto fossi finita. I sanitari mi hanno sempre riservato cure amorevoli e tante attenzioni, devo loro molto, per me sono stati come una seconda famiglia. Più volte ho pensato di morire, di non riuscire a portare a termine le mie cure, di non farcela. Avevo tanta paura di tutto e di dover lasciare mia madre, i miei parenti, i miei amici che mi sono stati vicini: erano tutti loro a chiamare per me dottori, ospedali, ambulanze. Mi hanno aiutato a capire che non potevo più continuare in quel modo, e anch’io, nei miei momenti di lucidità, sentivo che volevo curarmi.

Continuo il mio percorso di cura 

Oggi sono guarita, tuttavia continuo il mio percorso di cura: proseguo con alcuni farmaci leggeri perché c’è sempre il rischio di una ricaduta, ma sono molto felice di essere riuscita a prendere in mano la mia vita. In passato spesso mi sono vergognata di cose che ho fatto in momenti in cui la malattia aveva il sopravvento, tanto che in alcuni periodi per me è stato difficile persino uscire di casa. Ora credo che, sapendo della mia malattia, le persone avrebbero dovuto comprendere e soprattutto avere più rispetto per me. Credo che il mio disturbo sia stato aggravato da tante manipolazioni che ho subito da persone che hanno approfittato della mia fragilità. Sono orgogliosa del lavoro di recupero che sto facendo, la gente lo sente e mi vuole bene.

Oggi sono una persona diversa

Ora frequento persone diverse, ho una nuova vita, esco spesso con la mia manager e amica Debora e grazie a lei mi sto costruendo una nuova carriera artistica. Sto imparando ad affrontare la mia vita con grande positività, e, nonostante il bipolarismo, ho tanti progetti sia in campo professionale sia nel privato: sogno di incontrare un uomo che mi ami seriamente con cui poter costruire una famiglia.

Sara Tommasi (testimonianza raccolta da Luigi Nocenti)

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