Ma perché le rughe non ci piacciono? «I segni sul viso sono la prova del tempo che sta passando e della giovinezza sfumata» dice Maurizio Brasini, docente a contratto di psicoterapia individuale e teoria del cambiamento all’Università dell’Aquila (puoi chiedergli un consulto). «Sono convinzioni culturali: noi occidentali negli ultimi 50 anni abbiamo disimparato ad accettarci con le rughe. Pensiamo invece all’iconica foto di Toro Seduto: non credo che un capo indiano col viso rugoso, si senta a disagio. Anzi! Sono un motivo di orgoglio perché raccontano la sua storia e testimoniano che quella persona ha vissuto tanto e tante sono state le sue esperienze. Anche l’attrice Anna Magnani ha sempre portato con fierezza le sue rughe, tanto da rifiutare un trucco troppo pesante per non coprirle: “ci ho messo tanto a farmele, non voglio che me la cancelliate”, diceva».
La chiave, quindi, è prendersi cura della propria bellezza senza stravolgerla. Per questo coccolare la pelle del viso con creme, sieri e oli specifici è la soluzione giusta per avere un aspetto sano senza però perdere la propria identità. «Molte donne, ma anche uomini, dicono di non riconoscersi più guardandosi allo specchio, a causa delle rughe», continua Brasini. «Ma il pericolo vero è cercare di fermare il tempo ricorrendo a terapie che non ci fanno riconoscere dagli altri. Se, per esempio, si paralizzano zone del viso con il botulino, il risultato è un volto inespressivo. Le persone che si sottopongono a trattamenti estetici come questo o a lifting importanti, sono convinte di migliorare il proprio aspetto, ma chi li guarda invece percepisce un viso strano, non umano, perché talmente “tirato” da non far trasparire alcuna emozione. E per gli esseri umani l’assenza di emotività è fonte di spavento: abbiamo bisogno di vedere una faccia viva, ancora meglio se con le rughe perché significa che è autentica».
Come si formano le rughe? La ruga nasce nel derma, la parte più profonda della pelle, in seguito all’azione di fattori interni ed esterni. Vediamoli.
Microcircolo. «Con il passare del tempo si verificano cambiamenti a livello del microcircolo, la rete di piccoli vasi sanguigni presenti nel derma che nutre le cellule favorendo un corretto ricambio cellulare che si traduce in una cute luminosa», spiega Andrea Romani, docente nel master di dermatologia plastica all’Università di Siena e presidente del consiglio direttivo dell’Isplad (puoi chiedergli un consulto). «Con gli anni i vasi capillari tendono a dilatarsi e a perdere elasticità: la quantità di sangue, di ossigeno e di sostanze nutritive portate alle cellule diminuisce. E si riduce anche l’energia che le cellule stesse hanno a disposizione, così producono minor quantità di collagene e di elastina».
Fibroblasti. «I fibroblasti sono le nostre fabbriche di elastina, collagene e glicosaminoglicani, cioè gli “zuccheri” della pelle, precursori dell’acido ialuronico», spiega Enzo Berardesca (puoi chiedergli un consulto), direttore del dipartimento di dermatologia clinica dell’Istituto dermatologico San Gallicano di Roma. «Insieme formano la matrice di sostegno del derma, responsabile dell’effetto turgido e pieno tipico, per esempio, della pelle del neonato. Il numero dei fibroblasti diminuisce con l’età e rallenta anche la loro stessa capacità riproduttiva. Il tessuto di sostegno diventa così meno denso e tende a cedere: compaiono sull’epidermide segni e solchi di profondità variabile perché il derma collassa». Risultato: i volumi e i contorni del viso si modificano.
Radicali liberi. Anche i radicali liberi svolgono un ruolo importante nel processo di formazione delle rughe. «Sono prodotti di scarto che si formano all’interno delle cellule: in condizioni fisiologiche c’è equilibrio tra la loro generazione e la loro neutralizzazione da parte dei meccanismi antiossidativi di difesa dell’organismo» puntualizza Romani. «Quando però prevale la produzione di radicali liberi si viene a determinare un danno, definito stress ossidativo, che, a lungo andare, comporta una progressiva usura che si ripercuote anche sul lavoro dei fibroblasti. Per tenere sotto controllo questo equilibrio è necessario inserire nella dieta alimenti antiossidanti come frutta e verdura, o assumerli sotto forma di integratori; limitare il consumo di alcol, tenere a bada lo stress, evitare il fumo e non esagerare con l’esposizione ai raggi UV per limitare il foto-invecchiamento».
Photoaging. «Anche in inverno non bisogna sottovalutare l’azione dei raggi del sole perché, nonostante le temperature rigide e il cielo nuvoloso, gli UV ci colpiscono lo stesso: è bene quindi usare creme o fondotinta contenti Spf», prosegue l’esperto. «Esporsi al sole senza fattori di protezione accelera il foto-invecchiamento, portando a una modificazione delle strutture profonde di sostegno della pelle, i fibroblasti, e a un “appiattimento” dell’epidermide, che perde quindi il suo turgore».
Fumo. Aspirare dalla sigaretta comporta un continuo e ripetitivo movimento di contrazione del muscolo orbicolare della bocca che nel tempo porta alla formazione di rughe verticali sul labbro superiore, dette a codice a barre. «In più la pelle, ossigenandosi di meno a causa delle sostanze chimiche aspirate, assume un colore grigiastro» puntualizza Romani. «È stato anche dimostrato che le persone che fumano hanno una precoce comparsa delle rughe rispetto ai non fumatori perché tendono a sviluppare più radicali liberi e quindi il collagene si danneggia più facilmente». Se poi il vizio del fumo è abbinato a un’esposizione al sole smodata, il processo di invecchiamento accelera di 11,4 volte in più rispetto a chi non fuma e a chi si abbronza poco. A rivelarlo è uno studio condotto dalla University of California School of medicine di San Francisco e pubblicato l’anno scorso sulla rivista Cosmetic & Toiletries Science Applied.
Ormoni. Nella donna gli ormoni svolgono un ruolo fondamentale nel processo di invecchiamento. «Gli estrogeni aiutano la pelle a mantenere idratazione e turgore», dice Berardesca. «Quando in menopausa si verifica prima una fluttuazione e poi un calo di questi ormoni, la cute diventa più secca. Diminuisce poi l’attività delle ghiandole sebacee, con una riduzione del film idrolipidico che espone maggiormente la pelle agli attacchi dei raggi UV».
Insomma, tutto dipende dagli stili di vita e dal tipo di pelle: chi ha una carnagione molto chiara o la cute più secca sarà predisposto a una comparsa precoce delle rughe, mentre chi ha la pelle più seborroica, quindi grassa, e un fototipo scuro, potrà generalmente preoccuparsene qualche anno dopo. In entrambi i casi, via libera a prodotti per prevenire e trattare i segni del tempo e trasformarli in caratteri di cui andare fieri. Secondo i dati di Cosmetica Italia, l’Associazione nazionale imprese cosmetiche, gli italiani hanno speso 1 miliardo e 250 milioni di euro nel 2013 per i cosmetici per il viso, circa 150 euro a testa. Nello specifico sono stati spesi più di 490 milioni di euro per antirughe e quasi 131 milioni per prodotti per contorno occhi, labbra e zone delicate.
Alice Di Pietro – da OK Salute e benessere – novembre 2014
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