“In famiglia siamo longevi”. Quante volte riferendoci a una persona molta anziana abbiamo azzardato un chiaro legame al fatto che molti parenti siano arrivati a un’età ragguardevole. Una nuova ricerca, arrivata dagli Stati Uniti, che si è basata su dati relativi a 400 milioni di persone, spegne le illusioni.
I risultati della ricerca americana
I risultati, pubblicati su Genetics, la rivista della Genetics Society of America, ridimensionano il ruolo dell’ereditarietà. Prima di questo studio si riteneva che la genetica influisse per un 30%, mentre ora siamo intorno al 7.
Molte sorprese. Bisognerà fare studi ulteriori per capire i motivi
Dei 400 milioni di persone sono stati utilizzati solo anno di nascita, anno e data di morte e parentele. Si tratta principalmente di americani con origini europee.
Dalle analisi dei dati si sono evidenziate molte sorprese. La prima è che spesso la lunghezza della vita dei coniugi è simile. Lo stesso vale, sempre secondo lo studio, per i cugini e gli zii acquisiti, oltre che per i cognati. Tutti parenti non di sangue. I ricercatori hanno già annunciato nuove ricerche per indagarne i motivi, visto che questo studio era semplicemente osservazionale.
L’accoppiamento assortativo
Uno dei motivi che potrebbero portare a questi risultati sta in quello che viene chiamato accoppiamento assortativo, una sorte di scelta in base ad affinità elettive. Sono diversi i casi presi ad esempio. Tendenzialmente scegliamo un partner con un livello di istruzione simile al nostro, o ancora con il nostro stato socio-economico e del nostro stesso Paese. Spesso l’alimentazione è la stessa, così come lo stile di vita in genere.
Sarebbero in pratica tutti questi eventi esterni a influenzare maggiormente la durata della nostra vita, a conferma che la vita che decidiamo di vivere è determinante per la sua stessa durata.
Fonti: Genetics
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