Ti è mai capitato di sentirti sopraffatto quando un collega, un amico o un conoscente ha improvvisamente condiviso con te un evento traumatico che ha vissuto? O forse ti è successo di sfogarti impulsivamente con chi avevi di fronte, cercando un sollievo immediato e senza riuscire a fermarti? Sfogarsi con qualcuno può aiutare a ridurre le tensioni emotive e sentirsi capiti. Tuttavia la condivisione di un trauma, quando non tiene conto dell’impatto emotivo su chi ascolta, può talvolta trasformarsi in uno “sfogo tossico“. Scopriamo di cosa si tratta.
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Sfogo tossico: cos’è il trauma dumping?
Il termine trauma dumping, che significa letteralmente “scaricare il trauma”, indica l’atto di riversare esperienze traumatiche o emozioni intense su un’altra persona, ignorando la sua effettiva volontà o capacità di gestire tali informazioni. Sebbene non sia un termine clinico, si utilizza per descrivere dinamiche sociali in cui il bisogno di alleviare il proprio dolore porta alla condivisione eccessiva di emozioni e pensieri dolorosi.
Questo comportamento può manifestarsi in diversi contesti, come sul posto di lavoro, in famiglia, sui social media o durante incontri sociali. Ad esempio, nel corso di una cena con persone appena conosciute, qualcuno potrebbe iniziare a raccontare dettagli intimi di una situazione personale difficile, senza lasciare spazio agli altri.
Quando lo sfogo può diventare dannoso
Parlare dei propri problemi, aprirsi e cercare il supporto di coloro a cui teniamo può aiutarci a crescere, cambiare e affrontare momenti complicati della nostra vita. Non dobbiamo smettere di farlo ma, piuttosto, sapere che sono le modalità a fare la differenza. Infatti per evitare lo sfogo tossico è importante comprendere cosa lo rende tale. Vediamo alcuni segnali per riconoscere il trauma dumping:
- Condividere le proprie frustrazioni in contesti inappropriati: ci si sfoga in situazioni in cui l’ascoltatore non è pronto o non ha la giusta disponibilità emotiva per ascoltare o lo sfogo risulta inadeguato rispetto alla natura della relazione.
- Mancanza di reciprocità: non ci si sfoga a vicenda in modo equilibrato. In uno sfogo sano, entrambi gli interlocutori dovrebbero avere spazio per esprimersi, mentre nel trauma dumping si sovrasta l’altro, che non ha la possibilità di dire la sua o di condividere le proprie difficoltà.
- Non assumersi responsabilità: non ci si prende la responsabilità delle proprie azioni o degli errori relativi al problema in questione. Inoltre, non c’è una vera apertura ad accogliere o cercare soluzioni.
- Parlare sempre della stessa situazione: si monopolizzano le conversazioni, spesso focalizzandosi su temi ricorrenti, senza alcun progresso o cambiamento.
L’impatto sulle relazioni
Quando si verifica il trauma dumping, lo sfogo può risultare tossico sia per chi lo pratica che per chi lo riceve. Da un lato, l’ascoltatore può sperimentare stress, ansia e persino un senso di colpa per non essere in grado di offrire un supporto adeguato. Mentre, dall’altro, chi si sfoga potrebbe ottenere un sollievo immediato, ma non riuscire a elaborare in modo costruttivo le proprie emozioni.
Stare vicino a una qualcuno che fa trauma dumping può diventare doloroso, tanto che le persone potrebbero cominciare ad allontanarsi per timore di essere sovraccaricate emotivamente. Questa dinamica può portare chi ha condiviso il suo dolore a giudicarle negativamente, innescando un circolo vizioso che danneggia le relazioni interpersonali.
Sfogo tossico: come riconoscerlo e gestirlo
Riconoscere uno sfogo tossico è il primo passo per gestirlo in modo efficace. Se ti accorgi di condividere frequentemente dettagli traumatici senza considerare il contesto o il benessere dell’ascoltatore, potresti parlargli apertamente per capire se hai superato il limite. Trova un equilibrio, considerando la disponibilità e lo stato emotivo dell’interlocutore, e cerca il consenso prima di aprire un dialogo su temi difficili. Se non riesci a superare il trauma da solo, potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicoterapeuta per intraprendere il percorso di terapia più indicato.
Se invece ti rendi conto che qualcuno sta scaricando il proprio trauma su di te, puoi intervenire facendo domande per aiutarlo a riflettere sul suo bisogno di supporto. Stabilire dei confini chiari aiuta a mantenere una comunicazione sana e rispettosa, evitando che la situazione diventi dannosa per entrambi.
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